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tre. La più grande era  quella di Antonio Scavello, con tre  fucine e  tre
            incudini. Vi lavoravano altri due  fabbri e diversi apprendisti per la
            fabbricazione di tutti gli attrezzi necessari in agricoltura, dall’aratro alla falce,
            dalla zappa all’accetta. Forniva tutto il paese e quelli vicini. Alla sua officina
            si  erano  formati  gli  altri  fabbri  che  nelle  proprie officine  producevano  in
            piccolo, dietro ordinazione, quanto Scavello produceva in grande per il
            mercato.

            Fino alla Prima Guerra Mondiale era attiva la produzione di calce viva. Il
            bivio Fagnano-Altomonte, meglio conosciuta come località Carcare il cui
            nome si deve proprio alla presenza di calcare,  era il luogo di maggiore
            produzione. Vi ricordiamo sette calcare abbandonate.
            2.1. I baroni Campagna e la fabbrica di tabacco

            a Roggiano: la nostra intervista all’impiegata Ida

            Panza


            La famiglia Campagna era presente in Calabria da secoli, stanziati nella
            Presila cosentina e in tutta la provincia, fino a San Marco Argentano.

            Le prime fonti storiche che menzionano la famiglia Campagna in Calabria
            risalgono al 1620 e riportano che  Giovanni Pietro era in  trattative con il
            comune di Pedace per “l’incanto dei fiscali”.

            Fra i membri della casata nobiliare che più si sono distinti, si annoverano:
            Giuseppe - nato a Serra Pedace il 29 marzo 1799 e morto a Vienna nel
            1869, poeta e drammaturgo (marito della contessa russa Zenaide de Laval)
            che studiò a Napoli, dove si trattenne dopo gli studi universitari in quanto
            suo fratello gli concesse un vitalizio di 600 ducati annui per dedicarsi agli
            studi letterari e dove divenne socio dell’Accademia Pontaniana di Napoli;
            Carlo - nato a Serra Pedace nel 1801 e morto a Cosenza nel 1861, studioso
            di problemi dell’agricoltura, il quale avviò nelle sue proprietà nuovi metodi
            di coltura delle terre, introducendo l’innesto di qualità di patate, si adoperò
            per ritrovare i mezzi per chiarificare i vini e fu socio ordinario della Società
            Economica di Calabria Citra.


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