Page 12 - CONCEZIONE AGONISTICA DELL’ESISTENZA, LOIACONO 7^BEI
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4 CONCEZIONE AGONISTICA DELL’ESISTENZA
Dall'analisi di questo testo appare evidente come l'intera gioia dolce ed estatica del
poeta sia causata dall'immaginazione di un mondo al di là della siepe, che è un ostacolo
alla piena visuale. La presenza di un impedimento alla vista stimola la mente a
fantasticare, ad andare oltre, proprio per ottenere quella libertà che il mondo fisico nega.
Dal punto di vista sintattico si può notare come Leopardi usi spesso il gerundio ("
Sedendo, rimirando") per descrivere tale condizione, poiché il gerundio è un modo
indefinito, quindi appare perfettamente adeguato ad esprimere sensazioni vaghe e
indeterminate.
L'intervento di un elemento esterno, rappresentato dal vento, stimola ancora di più la
fantasia di Leopardi, che si perde in una miriade di ricordi, sempre più sfogati e
indeterminati.
Nella parte finale del testo si può notare come tale processo sia giunto ormai al termine
e, di conseguenza, il poeta sembra quasi perdere la consapevolezza di se stesso; il
"naufragio" dell'ultimo verso esprime l'abbandono della dimensione razionale
("L'annegare del pensiero") in favore di una vita fatta di sensazioni forse anch'esse
illusorie, ma in grado di appagare almeno per un istante il cuore inquieto del poeta.
La vista sui Sibillini dal colle dell’infinito
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