Page 7 - CONCEZIONE AGONISTICA DELL’ESISTENZA, LOIACONO 7^BEI
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4       CONCEZIONE AGONISTICA DELL’ESISTENZA





                              LEOPARDI POETA-FILOSOFO






                    La poesia-  Il centro della poesia di Leopardi è l’interrogazione della natura, della civiltà,
                    filosofica è   della  condizione  dell’uomo  in  relazione  a  entrambe;  ciò  significa  che  i
                   una ricerca
                      di senso    componimenti  di Leopardi propongono  sempre  una  esplicita visione  del
                               mondo, e lo fanno ‘ponendo domande’ al mondo, indagandolo e cercando
                               nel mondo stesso le ragioni del suo essere.

                     Tensione  È  così  per  il “Canto  notturno  di  un  pastore  errante  dell’Asia”,  e  per  “La
                   conoscitiva   ginestra” . Ma anche poesie più brevi, come gran parte degli idilli e dei canti
                               pisano-recanatesi,  sono  percorse  da  una  chiara tensione  conoscitiva.
                               Leopardi  compone  tra  scrittura  in  versi  e  pensieri  filosofici;  queste  due
                               attività sono legate fra loro e indispensabili l’una all’altra.
                                   È lo stesso Leopardi ad affermare che il grande filosofo e il grande poeta
                               sono entrambi capaci di «scoprire i rapporti delle cose, anche menomi, e più
                               lontani,  anche  delle  cose  che  paiono  le  meno  analoghe»  (Zibaldone):  a
                               questi «rapporti delle cose», a questi legami che collegano fra loro le cose,
                               quindi,  danno  voce  sia  la  poesia  che  la  filosofia,  ognuna  con  le  proprie
                               specificità formali ed espressive




                                IL PENSIERO LEOPARDIANO


                                Pur  nelle  diverse  fasi  dell’evoluzione  dei  diversi  tipi  di  pessimismo,
                                la poesia leopardiana mantiene sempre un suo riconoscimento ragionativo.

                   Pessimismo   Gli uomini furono felici soltanto nell'età primitiva, quando vivevano a stretto
                        storico
                                contatto  con  la  natura,  ma  poi  essi  vollero  uscire  da  questa  beata
                                ignoranza e innocenza istintiva e, servendosi della ragione, si misero alla
                                ricerca  del  vero.  Le  scoperte  della  ragione  furono  catastrofiche:  essa,
                                infatti,  scoprì  la  vanità  delle  illusioni,  che  la  natura,  come  una  madre
                                benigna,  aveva  ispirato  agli  uomini;  scoprì  le  leggi  meccaniche  che
                                regolano la vita dell'universo; scoprì il male, il dolore, l'infelicità, l'angoscia
                                esistenziale.
                                La  storia  degli  uomini  quindi,  dice  il  Leopardi,  non  è  progresso,  ma
                                decadenza  da  uno  stato  di  inconscia  felicità  naturale,  ad  uno  stato  di
                                consapevole dolore, scoperto dalla ragione.







                   LOIACONO AURORA 7^BEI                                                          Pagina 7
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