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4 CONCEZIONE AGONISTICA DELL’ESISTENZA
MONTALE, POETICA A CONFRONTO
CON UNGARETTI
“Non” Nelle liriche di Montale è ricorrente l'espressione "non" per esprimere la
negatività del negatività del vivere, negatività totale, neppure la poesia può salvarci.
vivere Egli era antiannunziano. Il poeta può solo proporre un distacco dignitoso
dalla realtà, una "divina indifferenza", una stoica accettazione della
realtà.
Mare e Negatività quasi dialettica perché oscillante tra la constatazione del
terra male di vivere e la speranza (vana) di poter superarlo. Questa negatività
si realizza in due elementi: mare e terra. Il mare è il luogo della vita, la
terra è la sede del dolore, della sofferenza, del distacco. La seppia infatti
vive nel mare ma giace sulla sabbia. In Ungaretti vi è un'illuminazione ,
una parola essenziale.
Montale, pur essendo ermetico, predilige una parola aspra, pietrosa e
un ritmo cadenzato da sillabe "storte e secche come un ramo".
Con la sua poesia torna l'uso del verso tradizionale ma con nuovi esiti.
Sintassi Torna l'uso della sintassi, scomparso in Ungaretti. Inolstre Montale
utilizza il correlativo oggettivo: egli assume come simbolo oggetti
quotidiani. Il male di vivere è espresso in qualunque oggetto. Ogni
paesaggio è visto anche dall'aspetto metafisico, come simbolo
dell'esistenza umana.
Eugenio Montale
(Genova 1896 – Milano 1981). Poeta e
giornalista. Nel 1975 vinse il premio
Nobel per la Letteratura.
Giuseppe Ungaretti (al centro nella foto) e
Eugenio Montale (primo da sinistra) si
conobbero, ma non si frequentarono, né
furono amici; anzi il loro rapporto fu
piuttosto complesso, costellato anche da
qualche “incomprensione”.
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