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NON CI CREDO… NON CI CREDO
Rostov, come tantissime citta’ russe, era stata pestata dalla
guerra. C’era bisogno di mani per demolire e ricostruire. Le
mani dei prigionieri non erano fortissime ma costavano
pochissimo. Cosi’ ad ogni nuova ínfornata che arrivava al
campo le autorita’ facevano questo ragionamento: “Camerati,
non siete obbligati a lavorare, ma chi lavora mangia di piu’,
chi non lavora gli diamo da mangiare per non morire di fame.
Avvertiti? Camerati date il vostro nome per un lavoro ben ri-
munerato.
Cosi’ ci divisero in cinque gruppi: lavori pesanti, meno
pesanti, medi e leggeri, tutti fuori . Quelli che restavano nel
campo erano incaricati della pulizia interna. Avevano un
nome proprio “STROFIC”. Noì lì chìamavamo “GRATTIC”
perche’ avendo da fare con le cucine, con le dispense, con gli
ammalati, ecc. Ecc. avevano sempre modo di “grattare” per
loro ed anche per noi. C’erano regole severe e venìvano ris-
pettate. Ma c’era una legge che tutti ,conoscevano, e che non
era scritta in nessun libro: “Arrangiati se puoi”. E per dire il
vero, ci arrangiavamo un po’ tutti.
Giuseppe ed io demmo il nome per la prima categoria. Gen-
narino ci disse che lui era indispensabile nei d’intorni della
dispensa e cucina, cosi’ non voleva privare il glorioso esercito
della stella Rossa, di un aiuto essenziale. Avrebbe dovuto
mangiare meno di noi, macche!mangiava piu’ di noi, e ce ne