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riconoscenti alla Grande  Madre Russia, che ci trattava cosi’
          maternamente.  Io  non  capivo,  ma  quelli  che  capivano  sor-
          ridevano e tutti battevamo le mani ... !. Ci commando’ quando
          saremmo tornati nelle nostre patrie, di rimanere convinti figli
          della  Rivoluzione  Bolscevica,  per  avere  una  Europa  libera,
          felice.ecc.. Una.battuta di mani ed un urlo formidabile saluto’
          la  finale.  Quando  cercarono  di  spiegarmi  quello  che  aveva

          detto, io scossi il capo e gridai dentro di me:
          “Non ci credo ... Non ci credo!”.

          Ci fecero digerire l’indigesto discorso di Stalin, con un pranzo
          piu’  cristiano  e  meno  bolscevico.  Si  mangio’  bene.  Ma  non

          state  a  pensare  ai  maccheroni  con  1a  “pummarola  ncoppa”
          come Gennarino andava  cercando. E ci diedero anche un pac-
          chetto di sigarette russe pessime. Ma le fumammo con gusto!

          Dopo la visita di Baffone, calo’ nel campo uno dei corvi che
          si  erano rifugiati  in Russia  dopo l’avvento di Mussolini, un
          certo  Generale  Demitrios,  nato  in  Italia,  cresciuto  in  Italia,
          ìstruito in Italia e che parlava benissimo l'italiano ed il russo.
          Lui  ci  tenne  diversi  discorsi,  o  meglio  diverse  “lavate  di

          cervello” per convincerci che il sole dell'avvenire sorgeva in
          Russia. Avremmo dovuto riorganizzare  tutto il nostro modo
          di  pensare  e  vivere    sotto  l’egida  del  simbolo  della  falce  e
          martello.  Eravamo  costretti  ad  ascoltorlo  con  attenzione,
          senza dormire o sbadigliare ... ed alla fine anche a meta’ delle

          sue  Iavate  di  cervello  dovevamo  battere  le  mani.  A  me
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