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strada mi rivolsi ai vicini per vedere di capire meglio il sugo
          del discorso da qualcuno che conosceva la lingua: “Camerati,
          ha fatto un bellissimo discorso, che ve ne pare?”.

          “Stupendo... ha parlato benissimo. Io so la lingua russa. molto
          bene, ho capito parola per  parola. Ci ha detto che e’ amico
          dell’Italia,  che  ci  sara’  piu’  unione  tra  il  popolo  italiano  e
          spera di fare un’Europa unita, sotto un solo governo…”.

          “Un governo comunista, naturalmente, come quello che c’e’
          qui. Solo in questo modo ci potra’ essere la completa fratel-
          lanza nel mondo”.

          “Quando ha nominato l'Italia, cosa ha detto?”.

          “Ha detto che tornando a casa dobbiamo diventare propagan-
          disti del regime uusso  e non permetterci di dir male di questa
          grande nazione che da tanti anni ci da’ da mangíare”.


          “Ha aggiunto anche che se in Italia ci saranno le  votazioni, di
          dare  il  voto  al  partito  comunista  che  gia’  e’  fortissimo  in
          Italia”.

          Certo che voteremo per il Comunismo E per chi dovremmo
          votare... per Mussoliní? Credo che lo sappiate che e’ stato am-
          mazzato in questi giorni...".

          Lo  sapevamo  tutti,  i  giornali  di  Mosca  avevano  riportato  la
          notizia  con  titoli  enormi  e  documentazione  fotografiche.
          Preferivo  non  parlarne  e  non  sentire.  Avevo  in  fondo
          all’anima ancora qualche brandello dell’uniforme che il maes-
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