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Nei 1923, nacqui io, Calogero. Mamma mi ha detto che ero
un bel maschiotto, anche appena nato. Ci credo, sono grosso
anche ora, e fatta eccezione del lungo periodo della prigionia,
non lo faccio per vantarmi, ma sono stato sempre un fusto di
prima classe. Scusate queste riflessioni un po’ troppo person-
ali.
Io nella ditta Mileti ero il “water-boy”, il “cow-boy”, l’esecu-
tore di tutti i piccoli servizi che si presentavano nell’amminis-
trazione. Papa’ mi affido’ le vaccherelle che aveva comprato
con i suoi risparmi, dovevo portarle al pascolo. Ma dove?
Prati per pascolo non ne avevamo, e quel po’ di terreno che
produceva fieno, non bisognava toccarlo perche' il fieno
dovevamo conservarlo per l’invernata. Ed allora le portavo
lungo i fossi, nei margini delle strade, in qualche spiazzo non
coltivato, e guai se le bestie scantonavo, nei terreni degli altri.
Apriti cielo!
Pero' nelle ore di lezione andavo a scuola, sempre o quasi.
Avevo una grande voglia di imparare, tanto che arrivato alla
licenza della quarta elementare, che era l’ultima stazione nelle
scuole di S.Marco, papa’ mi fece continuare in privato, con un
sacerdote, e ottenni la licenza di quinta. Ma questo l’ho gia
detto sopra.
Una cosa che non ho detto, e ci tengo a sottolinearla,
che ebbi la fortuna di prendere parte ad un corso di agraria,
Prima di voltare pagina e' necessario aggiungere che nel