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SABATO FASCISTA
Tra le tante trovate Mussoliniane, per tenere il morale degli
Italiani sempre alto, c’cra anche il Sabato Fascista. Secondo il
volere supremo del Duce nessuno in Italia doveva lavorare dal
mezzogiorno del Sabato. Parola d'ordine: riposo e marcia.
Tempo di marce di esercizi ginnici per tutti i Corpi Musso-
liniani, maschili e femminili, piccoli e grandi. Bisognava dare
all'Italia un esercito di venticinque milioni di votati alla morte,
pronti a versare il sangue per la salvezza della Patria. Guai a
chi la pensava diversamente: erano manganellate, purghe,
prigione, confini, perdita di diritti civili. In tutta l’Italia era
cosi’ e in S. Marco d'Alunzio non si faceva eccezione
Noi bambini eravamo felici. Non si andava a zappare, a pas-
colare gli animali domestici, a pulire le stalle. Ma i papa’ gri-
davano, quando non bestemmiavano. Le mamme scuotevano
il capo raccomandandosi a tutti i santi paesani e forestieri
“Madonna mia pensaci tu! Quel testone di Mussolini quante
ne pensa! Metteteci la mano vostra Santi del Cielo! Chi sa
come la va a finire!” A dire il vero, il Duce non ha mai goduto
grande simpatia nell’isola del sole.
Un gruppo di una quarantina di ragazzi, alcuni in uniforme di
Balilla, ma la maggior parte con vestitini di panni ruvidi tes-
suti dalle laboriose mamme, e qualcheduno anche scalzo, as-
pettavamo, davanti alla chiesa di S. Basilio I'arrivo del maes-
tro di Ginnastica, il Signor Vitanza giovane e bello, che