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La domanda fu inoltrata al principio del 1941. Fui chiamato al
          distretto militare di Messina per passare la visita di abilitazi-
          one e poi rimandato a casa, in aspettativa.

          Si vede che in quei tempi non avevano bisogno di molta carne
          per  i  cannoni  e  mi  fecero,  aspettare  ancora  un  anno.  Lo
          sguardo di mamma si era rasserenato, papa’ si leccava i baffi.
          Son  sicuro  che  quando  parlavano  tra  di  loro  si  dicevano
          “speriamo  che  termini  subito  questa  guerra  maledetta  cosi’

          Calogero non parte. Madonna ... santi tutti, pensateci voi”.
          Ma la guerra non termino' - e nel Marzo 1943 la cartolina di

          mobilitazione mi arrivo’. Mamma aado’ in chiesa a gridare le
          sue  amarezze  al  Signore.  Papa’  fece  il  viso  duro  ma  non  si
          vide piangere: doveva darmi coraggio.

          Ed  il  12  Marzo,  con  un  sacchetto,  cucito  da  mamma,  sulle
          spalle, senza un soldo in tasca, senza compagni di naia perche'
          ero un volontario della Regia Marina Militare, uscii dalla casa
          accompagnato da papa’ e mamma, sotto lo sguardo di tutti i
          paesani che si affacciavano alle porte e finestre piangendo e

          augurandomi buona fortuna. Alle ultime case del paese papa’
          e mamma si fermarono, mi strinsero al petto da farmi soffo-
          care,  mi  bagnarono  con  le  loro  lacrime  il  viso,  e  rotti  dai
          singhiozzi  mi  dissero  “figlio,  Dio  e  la  Madonna  ti  accom-
          pagnino! Buona fortuna”, e per staccarsi, mi spinsero lontano.

          Presi  la  discesa  prima  lentamente  poi  quasi  di  corsa  per  la
          strada mulattiera che si snoda lungo la montagna. Di tanto in
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