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tanto  mi  voltavo  indietro  per  salutare  ancora  stavano  li’;
          ...quasi impietriti e agitavano le mani “Addio, ..Addio” gridai
          poi non mi volsi piu’ indietro. Credevo che piovesse, le lac-
          rime mi cascavano dagli occhi senza ritegno. Non ho pianto
          mai cosi’ in vita mia. Quel pianto mi fece bene.

          Alla stazione di Terranova c’erano richiamati e soldati che si
          dovevano ripresentare. Nessuno aveva gli occhi asciutti. Ar-
          rivo’ il treno, presi un posto in uno scompartimento di terza

          classe. Apersi il finestrino per vedere ancora una volta. quelle
          mie  montagne  e  alcune  case  del  mio  paese.  Il  treno  si
          mosse ... chiusi gli occhi per vederle ancora e conservare la
          loro immagine nel mio cuore.

          Lungo il litorale che si snoda. da Palermo a Messina, il mare
          era tranquiflo e nel lato opposto, una splendida primavera si-
          ciliana  aveva  riempito  di  fiori  e  profumi  l’orizzonte.  Non
          avevo tempo di ammirarne la bellezza. Arrivammo a Messina,

          passammo lo stretto, Reggio Calabria, e dopo ore a Brindisi,
          mia prima tappa militare.

          Scesi dal treno con il  sacchetto sulle spalle e mi stavo avvi-
          ando verso la caserma. Un controllore mi grido’ “Capellone
          c’e’ la mensa militare ... tempo per il rancio “non hai fame
          tu?”  “Tanta  fame  camerata…”  ed  entrai  at  posto  di  ristoro.
          Mangiai con appetito. “Dove sei diretto?”. “Al quartiere della
          marina”. “C’e’ il camion che fa servizio... Laggiu’ parte ogni

          mezzora”.
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