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attorno  per  vedere  che  colpo  produceva  agli  occhi  delle  ra-
          gazze brindisine la mia sfolgorante divisa. Ero felice, mi sem-
          brava di essere in un viaggio di nozze, con la mia divisa, blu
          da marinaio. Ed il viaggio di nozze duro’ ancora per qualche
          mese!

          Dopo un mese di permanenza a Brindisi, ormai conoscevo . la
          citta’, era tempo di cambiare scenario. Ero assetato di vedere,
          di girare. Ed avvene quello che volevo.

          Destinazione Venezia.

          Non  potevo  aver  di  meglio!  La  Sicilia  e’  bella!  Venezia  e’
          fantastica! Inimmaginabile, non si puo’ descrivere. lo vi an-

          davo come marinaio in addestramento sugli ultimi ritrovati e
          segreti della marina, ma per me erano molto piu' interessanti i
          palazzi, le chiese, i canali, gli incanti veneziani. Pensate, ebbi
          la fortuna di passare la Pasqua del 1943 a Venezia, con tutte le
          spese   pagate dal  governo Italiano e con una. divisa fiam-
          mante di marinaio, peccato che non era bianca! Ma a Venezia
          citta’ della laguna, la Regina del Mare, con una storia tanto

          gloriosa  che  e’  alla  pari  di  Roma  e  di  Atene.  E  le  ragazze
          veneziane? Interessantissime e civettuole ma chi le capiva e
          chi trovava il tempo per salutarle!

          Avevamo libera uscita ogni quindici giorni e solo per quattro
          ore. La disciplina, ferrea, gli addestramenti continui e difficili.
          Prima  di  mandarci  in  bocca  al  cannone  nemico,  il  Duce
          voleva che sapessimo come si uccide o come saremmo stati
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