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tuorno,  forte,  severo  ed  anche  buono,  che  per  noi  marinai,
          particolarmente per le nuove reclute, era un padre. Di lui vo-
          glio ricordare brevemente un fatto storico e documentato. Una
          giovane recluta di guardia alla caserma, di notte fu trovata ad-
          dormentata. Zona di guerra, pena di morte! La corte militare
          del posto decise il giorno della esecuzione. Qualche ora prima
          il  nostro  cappellano,  P.  Igino  Lega,  si  presento’  all'Ammi-

          raglio e gli grido: “Dovrete  ammazzare me prima di ammaz-
          zare    quel  figlio  di  mamma”...  L'Ammiraglio  prese  la  con-
          danna a morte e la strappo’ gettando i pezzi ai piedi del cap-
          pellano senza dire una.parola, con le lacrime agli occhi.

          Godetti tutta la bellezza dell’ isola di Lero, e delle isole vicine
          per un mese e mezzo. La mia nave,  si mia questo e’ il senti-
          mento di ogni marinaio che si rispetta, fu assegnata, ed io con
          la mia scorta ad un convoglio di rifornimenti a tutti i distacca-

          menti  militari  lungo  la  costa  Greca,  e  cosi’  potetti  vedere
          anche Atene. Erano gli ultimi baci della cieca Fortuna, che fra
          poco mi avrebbe addandonato, fino alle porte della morte.

          Verso i primi di Luglio la mia Sicilia bella fu occupata dalle
          truppe  Alleate.  Roma  venne  bombardata  per  la  prima  volta
          verso il venti  Luglio. Venticinque di Luglio caduta del Fas-
          cismo, ed un vecchio rammollito generale della Prima Guerra
          Mondiale, Pietro Badoglio, venne messo a capo dell'Esercito

          Italiano.  Nel  primo  messaggio  a  tutta  la  nazione  disse:  “La
          guerra continua!” La guerra continua, contro chi? E come?
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