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Gli Ufficiali ci facevano da Ciceroni, ci dissero di Omero, di
          Ulisse, della guerra di Troia e come fu tagliato a forza di pic-
          coni, martelli e braccia, il  Canale di Corinto. Questo lavoro
          gigantesco era stato intrapreso perche' le navi potessero sfoci-
          are  nel  mare  Egeo,  senza  dover  fare  la  circonvallazione  di
          tutta la Grecia.

          Entrati nel mare Egeo, volgemmo verso il Sud, costeggiando
          la Turchia e ci trovammo nefla zona chiamata Dodecanneso,

          formata da dodici isole che erano state date all’Italia, alla fine
          delta  prima  guerra  mondiale  e  facevano  parte  del  territorio
          nazionale. La piu' grande, Rodi, chiamata la rosa dell’Egeo,
          ed e’ una rosa stupenda! Peccato che non e’ piu' terreno itali-
          ano.  Le  altre  isole  tutte  piu'  o  meno  belle  e  di  importanza
          storica e artistica, oggi sono meta di gran turismo internazion-
          ale. In una di queste perle marine, sparse nell'azzurrissirno ed

          incantato mare Egeo, io passai gli ultimi felici giorni del mio
          viaggio di nozze

          LERO - un bel fiore che spunta tra le onde del mare.

          Appena sbarcati, con grandissima, gioia mia e di tutti, ci fu
          consegnata  la  divisa  bianca  che  avevo,  o  meglio  avevamo
          tanto  sognato:  quella  che  fa  battere  il  cuore  alle  ragazze,
          dicevamo tra di noi. Ed io fui destinato, come mozzo di mare,
          al cacciatorpediniere Leuro, che aveva a bordo circa centono-
          vanta marinai. Comandante di tutte le forze, di mare e di terra

          dell'isola  era  I'ammiraglio  Mascherpa,  un  toscano  galan-
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