Page 209 - Lezioni di Mitologia;
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            All'invitta ragione oppor dimora.
            E pastor lo dirò, che  il vide assiso
            Pascer cavalli, e nel temuto incontro
            Arrossì la sorella  ; in lui cotanto
            Potea l'amor del giovinetto Admeto!
            — Io Peane, diciam — fu l'inno primo
            Che sonava per Delfo, allorché Apollo
            Insegnò l'arte dei curati  strali.
            Scendevi in Pito, o nume, allor che l'atro
            Serpe incontrasti, che terror novello
            Era  ai mortali  : tu consumi  il peso
            Della faretra  : nell'immensa helva
            Seguonsi  i dardi con stridore orrendo,
            E:  Saetta, saetta, urla la plebe.
            Te Peane però    si grida, o diede
            Cagione all'Inno la felice madre,
            Che all'uom   ti partorì pronto soccorso.
            A te  il livore sussurrò  di furto  :
            Io non ammiro quel cantor che lascia
            Di narrar quanto   il vasto mare abbraccia   ;
            Ma l'urta  il nume con irato piede
            E grida: Larga dell'assirio fiume
            E l'onda, ma sua preda è solo     il fango,
            E va superba    di sozzura. All'alta
            Cerere, madre delle bionde spighe.
            La Melissa che è a    lei sacra, non reca
            Da tutti  i fonti l'acque, e rivo sceglie
            Limpido   e sacro, che soave  stilla,
            Dell'onde onor fra gli educati fiori.
            Che lusinga l'auretta e chiama    il sole.
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