Page 208 - Lezioni di Mitologia;
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E il divin plettro del Licoreo nume.
Né più Teti nel mare ulula Achille,
Quando, Io Pean, Io Pean rimbomba :
Le lacrime sospende, e più non apre
La mesta bocca in miserabil atto
Niobe, che in Frigia sorge umida pietra,
E ognora attesta con immoto lutto
Di superbe parole alta vendetta.
Misero è ben chi cogli Dei contrasta:
Pugna col rege chi con dio combatte.
Apollo il coro onorerà se canta
A senno suo: chi al par di lui lo puote.
Che siede a destra del gran Giove, e vince
Con beata armonia le cure eterne,
E crebbe invidia ai gigantei trionfi ?
Né un giorno solo regnerà nel canto
Febo che d'inni è colmo : il dir sue lodi
E lieve. Apollo aurea ha la veste, e d'oro
Tien pur la lira, la faretra e Tarco,
I coturni e la fibbia. E chi più ricco
E dello dio ? Per me Delfo lo dica :
Decoro è in lui di gioventude eterna,
E neppur l'ombra di lanugin prima
Oltrasf^io fece al delicato volto :
Non adipe ha la chioma. Olj odorati
Stilla, e la stessa panacea. Beata
È la città che tal rugiada asperge.
Salvo sia tutto : in varie arti maestro
E nume: impera alla faretra, al canto,
E il poeta e l'arcier ama, e le sorti.
Le mediche insegnò cure, e di morte