Page 206 - Lezioni di Mitologia;
P. 206
194
nel distico. La descrizione che ce ne dà Plinio è
più accurata, e servì per far riconoscere in simile
statua il Saurottono di Prassitele al celebre Win-
kelmann mio antecessore. Fece (son le parole di Pli-
nio dove parla delle opere di Prassitele in bronzo),
fece un Apollo jmbere insidiante ad un serpente
lucertola con una saetta da vicino. L'età della no-
stra figura, l'attitudine di scagliare una freccia da
vicino e senza l'arco, la situazione del giovinetto
mezzo nascoso dietro al tronco, indicata da Plinio
colla parola insidiante , da Marziale col fanciullo
insidioso, sono altrettanti segni per riconoscervi la
stessa opera rammentata per ambedue. Anzi, quando
questo scrittore non ci dicesse che il garzoncello
rappresentato è Apollo stesso, effigiato dallo scul-
tore fra giovane e fanciullo, che fa prova contro
una lucertola puerilmente di quelli strali inevitabi-
li, che dovevano un giorno trafiggere il Pitone, lo
potremmo congetturare da questa statua. La no-
biltà delle forme e la bellezza ideale, colla quale
l'artefice lo ha caratterizzato, ce la fanno conoscere
per un nume. L'azione di saettare non può essere
equivoca che fra Apollo e. Cupido, ma la mancanza
delle ali esclude quest'ultimo. La chioma vezzosa-
mente raccolta, e quasi all' uso donnesco , è tutta
propria del figlio di Latona, sebbene conviene par-
ticolarmente all'età in cui è figurato, nella quale
,
secondo Giovenale, fanno i capelli fanciulleschi in-
certo il volto. Molte statue in simile attitudine esi-
stono ancora al presente , e sono 1' attestato della
celebrità del loro originale. Quella della Villa Al-