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LEZIONE DECIMAQUINTA.
Apollo.
Fra i più chiari figli di Giove, Apollo si distin-
gue, il signore del canto, l'eterno rettore dei cor-
sieri del sole, il custode del futuro, di cui dilegua
le tenebre; il re della Delfica terra, di Claro , di
Tenedo, e dei regni Panopei. Al figlio di Saturno
lo partorì Latona con la sorella, emula illustre che
seco divide l'impero del cielo , e va superba della
luce fraterna.
In Delo una palma additava ove la madre per-
seguitata si appoggiò, partoriente (per servirmi del-
l'espressione di Dante) li due occhi del cielo.
Apollo, benché dio, soggiacque a molte sventu-
re : onde veruno dei numi fu di esso più compas-
sionevole , avendo fatto degli umani mali esperi-
mento.
Illustre fra gl'infortunii di lui è quello che gli
procurò l'amore paterno. Aveva Esculapio, peritis-
simo della medicina, trovato il mezzo di sottrarre
i mortali alla più terribile delle dee, alla Morte.