Page 207 - Lezioni di Mitologia;
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bani è in bronzo , ma non posso crederla quella
stessa che ha- fuso Prassitele , anzi una copia al-
quanto minore, perchè le altre in marmo sono più
grandi , ed alcune , fra le quali la nostra e quella
della Villa Borghese, di più elegante lavoro. »
INNO DI CALLIMACO.
Come si scosse l'apollineo ramo
E l'atrio intero ! lungi ite, profani,
Lungi. Le porte col bel pie percote
Febo: noi vedi? La Deliaca palma
Di repente si spiega, e dà soave
Cenno; e per Taer dolcemente il cigno
Canta. Apritevi, o porte, ecco lo dio
Della danza e del canto: ai modi alterni
Deh v'accingete, o giovinette. Apollo
A tutti non appar, che cari solo
Gli sono i buoni, e chi noi vede è vile.
Vedremti, o lungo Saettante, e grandi
Sarem. Non taccia mai piede, né cetra,
Febo presente, se d'Imen le leggi
Desiate propizie, e la canuta
Chioma in lieta vecchiezza al vostro capo
Troncar volete, e se desio vi prende
Di fermar mura sopra basi antiche.
Ma fine a gli ozj della lira impose
Il canto, e ancor l'ammiro. Adesso udite :
Silenzio : udite la canzon d'Apollo.
Tace del mar la formidabil onda
Quando canta il poeta i certi dardi