Page 332 - Lezioni di Mitologia;
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Non fu veruna fra l'eletta schiera,
Che sul Menalo stanca i pie veloci.
È breve ogni favor! Pv^egnava il sole
In mezzo al cielo, allor che in denso bosco
Cercò le note ombre Calisto, e tolse
La faretra alle spalle, e tese il lento
Arco, gittato sull'erboso suolo ;
Il dipinto turcasso al capo stanco
Sottopose. Mirò Giove la ninfa
Incustodita, e disse: Ah questo furto
La moglie non saprà! se noto ancora
Le fosse, vale, sì, vale una lite
Quel volto : e ratto di Diana il manto
E le sembianze veste, e dice: ninfa.
Parte migliore del seguace coro.
Da qual monte ritorni ? — Il molle fianco
Dal riposo dell'erba alza la ninfa
Dicendo: Salve, o dea, maggior di Giove,
Giudice me. L'ascolta il nume, e ride,
E cento baci, che non dà fanciulla,
Sopra la bocca alla risposta pronta
Stampa. La ninfa di un color di rosa
Tinge la faccia, ed i mutati amplessi,
E sente, e fu2ri?e: col delitto il nume
Si manifesta : quanto lice a donna
Ella repugna (ah men crudel saresti
Se la vedessi, o Giuno!); e chi resiste
A Giove ? al cielo vincitor ritorna
Il nume, e porta del pudor rapito
Dolci vestigi. Odia Calisto il bosco
Conscio, ratta s'invola, e quasi oblia