Page 106 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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. 90        LEZIONE SESTA.
              Dove  il nembo di guerra è più scuro,
               Sotto  I’ ombra de' concavi scudi
               Dalla pioggia de' sassi sicuro
               Corra  il velile in campo a pugnar.
               E co' dardi, e coll’ arco o la spada
               Fra  i nemici si sgom'bri la strada
                           ;
               Nè paventi d’ insidia da tergo,
               Cbè  i compagni il verranno a salvar.  '
          Ricominciò dunque con più vigore la guerra , alla quale pre-
       sero parte quasi tutti  i popoli del Peloponneso.  I Corinti e  i Le-
       preati s’ erano uniti agli Spartani; tutti gli altri, a eccezione de-
       gli Achei e dei Driopi d’ Asinea che rimasero neutrali,  s’ erano
       uniti ai Messeni. Pareva che  si dovesse decidere quale dei due
       stati,  la Messenia o la Laconia, avTobbe preponderanza sugli
       altri nel Peloponneso. Un anno dopo la battaglia di Dera, ne fu
       combattuta un’ altra nella pianura di Steniclaro presso il Monu-
       mento del Cinghiale. Si chiamava cosi quel luogo perchè, secondo
       la tradizione. Ercole ci aveva stretto un trattato coi figlioli di
       Neleo, e l’avevan giurato reciprocamente sulle viscere d’un cin-
       ghiale. Gli Spartani animati da Tirteo, che non prese altra parte
       alla pugna che quella di poeta incoraggiatore ,* combatterono ga-
       gliardamente  : ma più gagliardamente  i Messeni che sconfissero
       e fugarono i nemici. Aristomene, a cui sjiecialmente apparteneva
       il felice esito della battaglia,  si dette a inseguire con impeto  i
       fuggitivi. Nell’ardore della vittoria, non fece attenzione all’av-
       viso dell’ indovino Teocle  il quale  , indicandogli un pero salva-
                  ;
       tico che era nella pianura, gli raccomandava di non oltrepas-
       sarlo  , perché c’erano seduti  i gemelli divini Castore e Polluce,
       onde proteggere la ritirata dei loro compatriotti. L’eroe l’oltre-
       passò, e subito gli cadde e disparve lo scudo; si trattenne, ma
       inutilmente  , a cercarlo  ;  e  co.si  gl’ inseguiti ebbero il tempo di
       mettersi in salvo. A ogni modo rientrò trionfante in Andania, e
       le donne spargevano fiori sul suo passaggio, cantando
                              :
              Sui Spartani oppressor di Messene
        *      Pien trionfo menù Aristomene.
              Gl' inseguì per i piani e pei monti,  >
                           *
               Calcò a terra le inique lor fronti.
         • Trad. di Gius. Arcangeli.
         *
            E; -re jisnov izsSiov 7,rfiuy.).ripi.o') é; T'opo; axpev
             Eitzit’ ’A/jtffTO/itvris tcìì AkxiÌxi/iovIoiì.
          *             Faus. Mess. 16.
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