Page 217 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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SECOWDA GUERRA PERSIANA. 207
dell’ armata terrostro verso, la penisola, ridestarono il timoro e
, la discordia fra i Greci; e in un’adunanza cbe si/fece, i Pelo-
ponnesiaci , confro r opinione dei capitani d’ Egina, Wegara e Ate-
ne, sostennero energicamente che’bisognava partire. Temistocle
allora riewse a uno strattagemma per salvar la Grecia perico-
lante per l’ostinatezza degli alleati. Uscito- per un monaento dal-
r adux>anza,'e’ détte a uno schiavo, in cui aveva piena fiducia, la
commissione d’ andare dai capitani della flotta persiana et dirgli
cosi: « Mi ha mandato il capitano. degli Ateniesi che favorisce
» segretamente la. causa del -re, e gli desidera il trionfo sui Gre-
» ci : mi ha mandato ad annunziarvi ehe questi , còlti da timore,
» stan per prender la fuga. Assaliteli subito e la vittoria vi sarà
» tacilissima ; non tanto per quel timore, quanto anche) per
» l’aiuto che vi darà il partito cho vi è favorevoic. » ' Costoro
t
crederono sincero l’avviso e mossero subito la; flotta affine di
circondare le navi greche. Sbarcarono anche boni numero d’uo-
mini in Psittalia, piccola isola pesta fra Salamina e il continen-
te, onde uccidessero i Greci Che ci approdassero.
Mentre avevan luogo questi movimenti , <ie furon fatti con
grande rapidità, -r capitani a Saiamina discutevano ancora; e
Temistocle, che era subito ritornato fra loro, s’adoperava pro-
babilmente a JiKindare più che potesse 'in lungcla discussione.
Quand’ecco vion richiesto da un uomo. Gli era Aristide venuto
da figina, attraversando su una barchetta le navi nemiche, per
awertire i suoi compatriotti de’ movimenti di queste.'Venuto Te-
mistocle alla suaipre.«enza, « Invece di cessare » gli disse « d’esser
» rivali, dobbiamo ora esserlo anche di più ma sarà una garadi
:
» zelo, chi di noi serva meglio la nostra patria. ‘Veago a dirli
;
» essere inutile che discutiate se convenga o no mover la flotta
« di qui ; clié i nemici ci hanno circondato da tutte le parti. » ^
Temistocle allora, .a4||^i.raado , la magnanimità d’Aristide, gli
confessò ehe quella cosa era avvenuta per apwa'sua, e l’intro-
dusse nell’ adunanza, perchè oe dMSò.r.aDnuozio lui stes.so. Ve-
rificata la cosa (che in principici più dei-oapitani non la crede-
vano), si riconobbe la necessità di venire a'battaglia.
A incominciarla, Temistocle volle che s’ aspettasse la
levata d’ un vento che sarebbe stato favorevóle ai suoi, oche lui
‘ Erod., vili, 75.
* Id., vili, 79.
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