Page 254 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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24 i     LEZIONE SEDICESIMA.
          Nello sue abitudini  privale,  era  .sobrio  e ritirato. Ogni
       anno, faceva vendere tuli’ insieme  i prodotti do’ suoi beni, onde
       r amministrazione di questi non  lo distraesse dall’ altre suo oc-
       cupazioni. Mandava poi giorno per giorno al mercato  a com-
       prare il suo necessario  ; e  l’ economia era cosi severa, da generar
       piuttosto della scontentezza negli altri della sua famiglia. Non
       accettava mai inviti a cena o a geniali ritrovi. Se  i pubblici af-
       fari  non  lo chiamavano altrove, se ne slava sempre in casa:
       dove, 0 meditava sulle cose di governo, o conversava di arti, di
       letteratura, di filosofia, co’ più bei geni della Grecia concorsi al-
       lora in Atene. La culla e seducente Aspasia era  il legame e la
       grazia di quella conversazione di grandi.
          I più vecchioni della città, che si ricordavano di Pisistra-
       to, trovavano in Pericle della somiglianza con quell’ usurpatore ;
       simili  i lineamenti del volto, simile la soavità della' voce e la
       facilità di parola. Ciò bastava a ispirare delle apprensioni sul
       conto suo. Apprensioni puerili ma Pericle si guardò bene dal-
                    ;
       r affrontarle  , e furono una delle ragioni che lo fecero indugiar
       mollo a immischiarsi nelle cose pubbliche. Un’altra ragione di
       questa sua renitenza si fu, che della politica, lui, pel primo fra
       i grandi uomini di Statodella Grecia, ne faceva una scienza: per
       cui voleva prima prepararsi agli affari colla meditazione e col-
       l’esperienza  ; e asjieltava, a prodursi, che l’occasione glf si pre-
       senta.s.sc da sé. Intanto adempiva, come ogni giovane cittadino,
       i suoi doveri militari, e dava prova di molto coraggio perso-
       nale.
          La sua vita pubblica cominciò intorno al tempo che fu
       ostracizzato Temistocle e mori Aristide.  Il campo, allora lo te-
       neva Limone  ; ma questo prediligeva l’aristocrazia. Pericle, in-
       vece,  si buttò dalla parte popolare  : decisione che gli consiglia-
       vano e  i suoi studi politici, e la profonda conoscenza che aveva
       della natura degli Ateniesi, e anche la ragione, s’ e’ voleva occu-
       pare  il primo posto nella città soppiantando Limone. Dapprima
       però, 0 perchè non credesse  il tempo abbastanza maturo, o per
       arte, agiva più per mezzo de’ suoi amici (fra  i quali Efialte) che
       da .sé .stesso. Si faceva vedere  a’ cittadini assai di rado, e non
       compariva alle pubbliche as.semblee se non quando si trattava
       di affari urgenti  : per  cui  il popolo  s’ avvezzò a dar maggiore
       importanza a quelle cose di cui s’occupava Pericle, al solo ve-
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