Page 256 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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246      LEZIONE SEDICESIMA.
       trescimento del numero dei .confederati dopo Aristide, in parte
       all’esenzione dal servizio militare comprata dagli Stati medesimi
       della lega al tempo di Cimoné.
          Quando Pericle si trovò solo alla  testa delle cose, restava
       poco a faro che quella lega si mutasse affatto in sovranità per
       Atene e in dipendenza per gli .alleati  : o in altre parole, per ri-
       durla un grande Stato governato da Atene con potere dispotico.
       Il passo decisivo fu  fatto. Il tesoro comune che fin allora s’era
       custodito a Deio, venne trasferito ad Atene, sotto  il pretesto di
       metterlo  al  sicuro da ogni attentalo dei Peloponnesiaci. Cosi
       Atene acquistava il diritto d’ amministrarlo e  1’ agio di servirse-
       ne, non solo pel mantenimento dello sue forze, ma anche pel
       proprio abbellimento. Gli  alleati, di quest’ ultimo -impiego del
       danaro se ne lamentavano assai. Ma Pericle, senza addurre pre-
       testi diplomatici  , sosteneva francamente che Atene non aveva da
       render conto a nessuno  ; e come aveva mantenuto salva la libertà
       della Grecia col rt*spirigere  i barbari, aveva ora diritto e dovere
       d’ aumentarne la gloria.
          Colla traslocazione del tesoro venne a cessare  1’ assemblea
       federale di Deio  :  la decisione delle questioni che insorgessero
       fra Stalo e Stato, la trattazione degl’interessi comuni, doventa-
       rono un diritto d’ Aleno. Avuto gli Ateniesi la giurisdizione sugli
       affari federali  , Pericle gli condusse a poco a poco a estenderla
     ^  anche agli affari interni degli Stati alleali. Si venne a,tal punto,
       che ogni delitto capitale , ogni allentalo alla proprietà chè supe-
       rasse una certa somma, non erano più giudicati dai tribunali del
       paese dov’ erano stati commessi  , ma dovevan esser portati alla
       decisione delle dicasterie o corti giudiziarie popolari d’ Atene. Le
       dicasterie furono una riforma di Pericle, coadiuvato da ECaltc,
       a danno dell’ Areopago  ; una grande innovazione costituzionale
       feconda di pratici  resultati  il complemento del sistema demo-
                   ;
       cratico inizialo da distene  , e fu tal colpo per gli aristocratici,
       che per vendetta fecero assassinare  il virtuoso Efialte. A giudizio
       del Grote,' eran  lo stesso che  i moderni giuri applicati nella
       più vasta acala, ed esibivano in una maniera esagerata tanto  i
       pregi che i difetti di questi. La giudicatura eraoruafifaUo popo-
       larizzata. Non più si sentenziava sull’Acropoli, ma nella piazza
       del mercato: non più da una magistratura, ma da tutto il popo-
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