Page 298 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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lezione diciottesima.
          Il io territorio e uscirebbero a  dar. battaglia, \edeiido  essi in
                                              ne fremeva-
          falli dalle mura d’ Atene  il desolante siJeUacolo ,
            ;. fremevano con loro tulli gli  altri , e anelavano la pugna,
          no                          la citta, e s abbando
          e formavano  degli assembramenti per
          navano a  impeti d’ira contro  l’ inerzia di Pende. Ma questo,
                                                   1 as-
          fermo nel suo proposito, frenò  i tumulti, non convocò piu
          semblea popolare', impedi qualunque sortila dalla citta. Si limi o
                !i spedire dei distaccamenti di'cavalleria a molestare  il
          soltanto
           nemico. Av^nne cosi che  i nemici, mancando di viveri, si do-
           verono ritirare senz’aver combattuto, dopo essere stali poco piu
           di 30 giorni nell’ Attica:  l' rallanlo gli Ateniesi che s erano aste-
           nuti qLsi da ogni attività in lerraferma si fecero alla oro volta
           Offensori dalla fiarto del mare. Parlironq dal Pireo 100 navi,
           cui sen’ aggiunsero 50 di Corcira, fier fare il giro del Po opon-
           ne«o e infestarne le coste. Attaccarono Melone,, porto della La-
           conia, e seno sarebbero impadroniti, se non fosse venuto an s^
           aiuto lo spartóno Brasida che, insieme a -100 opliti, potò pene-
           trare nella città attraversando arditamente a gran corsa il campo
           degli Ateniesi. Questi salparono da Melone andarono a sacc leg-
                                         ;
           giare le cosle'dell’ Elide  ; o presero la città di Solio che appar-
                         la città d’ Astaco e  l’ isola di Cefalonia.  1 oi
           teneva  ai Corinti ,
           reUocederono per venire a sostenere Pericle che alla testa del-
           l’ armata ateniese aveva intrapreso una sjiedizione nella Mega-
           ridoes’era impadronito  di  Nisea. Quasi  al tempo  stesso gli
           Ateniesi spedivano 30 navi a tenero in freno  i Locresi che face-
                                       dell’ Eubea. Occuparono
           vano delle incursioni sulle vicine coste
                                                  le terre
            pure deOnilivameAle Egina. Gl’ isolani furono espulsi ,
            dell’ isola furon distribuite a cittadini Ateniesi. Agli Egmesi,  i
            Lacedemoni gli dettero ad abitare Tirea col suo territorio.-
                                più. Per diminuire  il numero dei
               Gli Ateniesi facevan  di
            loro nemici e accrescere le proprie forze, facevan  la pace con
            Perdicca, e stringevano un’alleanza con Sitalce re della Tracia.
            Per far fronte poi alla peggiore dell’ eventualità (un attacco. d Atene
            per  parte  di un’armata navale) stabilivano  di  tenere  in  ri-
            serva 1000 talenti e 100 delle navi migliori. La pena di morte
            era minacciata a chiunque parlasse o proponesse di servirsi di
            quella somma a tutl’ altro scopo che di difendere la città, qua-
            lora fosso assaltata.
               Sulla fino dell’ autunno dello stesso anno furon fatti in Atene
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