Page 301 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ORIGINE DELLA GUERRA DEL PELOPONNESO.  ^  21H
       liero morbo, contro di cui la scienza non possedeva nessun rime-
       dio. Orribili erano  i patimenti del malato  : gran calore alla te-
      •sta, tosse gagliarda, vomiti violenti, forti convulsioni, un foco
       interno che gli dilaniava le viscere, una sete ardentissima.  Il setti-
       mo e  il nono giorno erano  i giorni  fatali. Per trovare una qual-
       che causa a questi patimenti e per crearsi un oggetto di odio e
      . di rabbia, si credè, còme sempre in casi consimili, che  i Lace-
       demoni avessero 'avvelenati  i pozzi. Quando  il male fu al colmo,
       s’abbandonò ogni rispetto per le cose divine e umane. Non più
       moralità, non più rispetto alle proprietà dei ricchi defunti. Se la
       virtù non salvava, perchè imporsene  i sacrifizi ? « Non più aveva
       » forza sugli animi nè  il timore degli Dei, nè  il timore delle leg-
       i> gi  : non queUo, perché si credeva che fosse lo stesso avere o
       » non aver religione, vedendo che  tutti ugualmente perivano
                                                  ;
       » non questo, perché nessuno si aspettava di viver tanto da es-
       )) sere sottoposto a un processo e dovere scontar la pena de’ suoi
        0
       »  delitti. Vedendosi  anzi sospesa ora sul capo una pena mag-
       » giore  ,  la morte, credeva ognuno di dover godere quel po’ di
                        *
       » vita che gli restava. »
           Pericle non s’era perso d’animo. Prima ancora che  i Pe-
       loponnesiaci  si ritirassero dall’Attica, lui era partito da Atene
       con una flotta di 100 navi, montate da 4000 opliti  : savio prov-
       vedimento ànche per diminuire la folla della città. Alla testa di
       quelle forze portò la devastazione nel territorio d’ Epidauro e di
       Trezene, e prese la città di Prasia  sulla  costa  orientale della
       Laconia. Ma' fu costretto a tornare in patria dalla  peste che si
       sviluppò  nella sua armata, com’ era pure scoppiata nel campo
       degli Ateniesi che si trovavano  all’ assedio  di Potidea. Quindi
       gli animi  s’ inasprirono  : attribuirono a Pericle non solo  i mali
       della guerra, ma anche  1’ altre sciagure da cui erano travagliati, e
       vollero mandare a Sparta un’ ambasceria per entrare in tratta-,
       live di pace. Tornata quella senza avere ottenuto nulla,  il mal-
       contento andò al colmo. Pericle allora convocò  1’ assemblea. Non
       dissimulò che  il risentimento che si aveva contro  di lui era il
       prodotto dell’ invidia e della malevolenza. Non nascose eh’ e’ si
       sentiva capace, quant’ogni altro, di governar larepubblica, non
       macchiato  dalla turpe  avarizia,  inaccessibile  ai  consigli  del-

           * Tucid. , II , 63.
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