Page 305 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MORTE DI PERICLE FINO ALLA PACE DI MCIA.  293
     e  i giuramenti  fatti allora da Udii  i Greci  in guarentigia della
     loro indipendenza e per invitarlo a non volerli  violare. Fu  in-
     vano. Archidamo risponde che Sparta è  sciolta da quel giura-
     mento dal momento che Platea s’è alleata con la tirannica Atene;
     e gli ordina di rompere quell’ alleanza per stringerla invece coi
     Lacedemoni, o di restarsene alnieno neutrali.  I  Plateani  rifiu-
     tano  , e cominciò  il memorabile assedio della loro città. E’ respin-
     gono validamente tutti gli  assalti, eludono ogni sorpresa, ripa-
     rano  i danni che  il nemico cagiona alle mura, distruggono vario
     volte  i lavori degli as.sedianti, costruiscono una seconda mura-
     glia dietro la prima, perchè gli difendesse caso mai fosse espu-
     gnata questa. Eppure nella  città non c’era  che 400 Plateani,
     80 Ateniesi, e 110 donne per fare  il pano: le altre donne,  i bam-
     bini,! vecchi e la turba inutile erano stati già mandati tutti ad
     Atene. Sulla  fine di settembre Archidamo  si  ritirò  , lasciando
     sotto le mura una metà delle trupjie, che la più parto erari Tcbani.
       Nella medesima estate  i Lacedemoni fecero una spedizione
     nell’ Acarnania per vedere di staccarla dal partito  d’ Atene. Ci
     mandarono una flotta con 1000 opliti sotto  il comando di Gno-
     mo. Gli si aggiunsero soldati e navi d’Ambracia, d’Anattorio,
     di Leucade, e di vari popoli barbari, mentre s’apparecchiavano
     per fare lo stesso le navi di Sicione, di Corinto o d’altri alleati
    di quei dintorni. Arrivato nell’ Acarnania marciò subito contro
     Strato, che era la città principale, mandando innanzi gli ausi-
   ^  liari barbari: ma una sortita che fecero  i cittadini, bastò a di-
    sjxirdere  quelle trupiie raccogliticce e disordinate.  Intanto  gli
    Ateniesi riportav*io una vittoria sul mare. Venti navi di  loro,
    comandate da Formione, si trovavano nell’ acque  di Naupatto,
    quando  la flotta dei Corinti e degli  altri  alleati, composta  di
    47 navi,  si messe in movimento alla volta  dell’ Acarnania. Na-
    vigava con una fiducia che somigliava a imprudenza, non s’aspet-
    tando mai che gli Ateniesi, tanto inferiori di numero,  la voles-
    .sero attaccare. Ma Formione, colto  il momento opportuno di un
    vento favorevole, accorre, attacca le navi nemiche e le obbliga
    colle sue a restringersi in modo da urtarsi  fra  loro e danneg-
    giarsi scambievolmente. Con questa manovra ne calò  a fondo
    diverse, e ne catturò dodici  : le altre  si salvarono fuggendo a
    Patrasso, e a Dime  dell’ Acaia, dove  si condusse pure Gnomo
    colle sue navi.
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