Page 307 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 307

DAM-A MORTK DI PERICLE FINO ALLA PACE DI NICIA.  ^97
     ziare ad Atene la venuta del nemico. Gli  Ateniesi corsero in
     folla tutti armati al Pireo  ; e imbarcatisi,  si mossero per Sala-
     mina lasciando la fanteria a difesa del  porto.  I Peloponnesiaci
     s’affrettarono a lasciar l’isola e ritornare a Megara, di dove si
     ricondussero per terra a Corinto. Dopo  d’ allora gli Ateniesi ti-
     rarono una catena attraverso  il jwrto, ed ebbero molta cura di
     tenerlo difeso.
        Nell’estate dell’anno 428, die era  il quarto della guerra,
     quando  i grani furono maturi, Arehidamt),.fece  la solita inva-
     sione nell’Attica, e ci commesse le solite devastazioni. Pure, fin
     qui, la guerra procedeva favorevolmente per gli Ateniesi; giac-
     ché s’ erano impos.sessati di Potidea e di qualche altro luogo di
     meno importanza, mentre non avevan perso punte città, e ave-
     vano riportato  - delle  vittorie navali. In quest’anno però e’ cor-
     siero un COSI grave pericolo che fu a un  pelo di mandare in
     rovina tutto  il loro dominio.
        Lesbo, ugualmente che Chio, era sempre alleata d’ Atene
     a quelle condizioni che dapprima erano state comuni a tutti  i
     membri della confederazione di Deio. Mitilene
                         , principale città
     di quell’isola, non pagava tributo, conservava  le sue mura, la
     sua  flotta e  i suoi possessi sul continente  asiatico.  Il suo go-
     verno era  oligarchico,  e amministrava  tutti  gli  affari interni
     affatto indipendentemente da Atene. 11 suo obbligo dunque verso
     questa non era che di somministrarle navi armate e danaro in
     caso di guerra. Ma  i Mitilenesi temevano di momento in mo-
     mento di essere ridotti alla condizione di alleati sudditi com’era
     avvenuto di tutti gli altri. Quindi  vollero romperla affatto con
     Atene, e nel 428  si ribellarono.  Il suo esempio fu imitato da
     tutte le altre città minori  dell’isola, fuorché da Metinno che
     rimase fedele ai trattati  ; e c’ era pericolo che strascinasse dietro
     di sé  tutti  gli altri alleati. Bisognava dunque che  gli Ateniesi
     facessero ogni sforzo iier comprimere la rivolta  : mandarono su-
     bito contro Lesbo una  flotta di  40 navi, e dichiararono loro
     prigioniere 10 triremi di Mitelene che per  patto dell’alleanza
     erano, come loro ausiliarie, nel Pireo. l Mitilenesi chiesero aiuto
     a Sparta; da  cui ebbero  l’invito di mandare un’ambasceria a
     Olimpia che esponesse le loro cose alla presenza di tutt’i confe-
     derali del Peloponneso. E cosi fecero. La conclusione  si fu che
     i Peloponnesiaci accettavano nella loro confederazione  i Mitile-
                               Digitized by Google
  V
   302   303   304   305   306   307   308   309   310   311   312