Page 311 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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DALLA MOnXE DI PERICLE FINO ALLA PACE DI NICIA.  301
     subito  la Strada che ipenava a Tebe dove e’ non potrebbe dav-
     vero sospettare che si fossero diretti. Poee.dopo, infatti, veddero
     al lume delle fiaccole  i Peloponnesiaci che  gli cercavano dalla
     parte opposta, cioè sulla strada per Atene. Dopo aver continuato
     per sei o sette stadi nella direzione di Tebe si voltarono addie-
     tro  e  si condussero pei monti in salvamento ad Atene in nu-
       ,
     mero di 212. Erano un poco diminuiti perchè^lcuni, scoraggiti,
     eran rientrati  in città prima  di scalare  il muro, e uno era ca-
     duto in mano dei rtemici. Quegli eroi dunque si .salvarono; ma
     non COSI  i rimasti in Platea,  i quali doverono arrendersi e pa-
     gar cara  la  loro gloriosa  resistenza. Era  già  nell’ intenzione
     degli assedienti di prenderne estrema vendetta  : ma per unire
     alta ferocia lo scherno, si mandò da Sparla a Platea cinque giu-
     dici come per sottoporre quei  guerrieri  infelici  a un processo
     giuridico.  I giudici, senza esporre nes.sun capo d’accu.sa, doman-
     darono ai Plateani. « Durante questa guerra avete voi reso qual-
     » che servigio ai Lacedemoni e ai loro alleali ?» A questa de-
     risoria domanda risposero a lungo e con veramente  nobile di-
     gnità. Ma  i giudici vollero una  risposta categorica: per cui,
     fattiscdi venire a uno a uno ripeterono  la domanda. Loro non
     rispondevano, e però furono trucidati tutti gli uomini senza ec-
     ceziene: 200 plateani e 2.5 ateniesi. Le donne furon fatte schiave.
     La loro città fu distrutta fino  alle fondamenta  , e  il territorio
     fu dato ai Tobani loro eterni nemici.
        In quella guerra a tutt’ oltranza non si doveva dar luogo a
     momenti di tregua  , non ci doveva  es.sere angolo  della Grecia
     immune di sangue fraterno.  1 combattenti che si sono incontrati
     a Lesbo e a Platea si vanno ora novamente incontro a Corcira.
        In quest’isola c’erano  ritornati  i 250 ricchi che dai Co-
     rinti orano  stati  ritenuti  prigionieri dopo  la  battaglia presso
     l’isola di Sibota. Rimpatriali che furono (era questo  il patto
     della loro liberazione)  s’ ado|*erarono a  luti’ uomo a spingere  il
     impelo al partito imloponnesiaco. Trovando co.storo un forte osta-
     colo in Pizia che era cairn della fazione popolare e sostenitore
     degli interessi d’ Atene, lo accusarono come se miras.se a ridurre
     Corcira sotto  il dominio ateniese. Ma lui fu forte abbastanza da
     ritorcere contro cinque di loro un’ accusa di sacrilegio per aver
     tagliato delle piante di un bosco sacro. S’ abbandonarono allora
     a una disperata risoluzione: entrarono armali di pugnalo  nel
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