Page 314 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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304     LEZIONE DICIANNOVESIMA,
       e spedi in fretta delle truppe di 'terra e di mare per attaccare la
       città dall’ una e dall’altra  parte. La rada di -Pilo era sbarrata
       dall’ isola di Sfatteria  : iSola lunga  ii> stadi, coperta di l^oscaglie
       e non sognata da nessun sentiero, perchè affalto disabitata. Gli
       Spartani ci sbarcarono 420  opliti e  gli Iloti addetti  al loro ser-
       vizio, jierchè  i nemici non  gli combattesà»ro anche dall’ isola.
       Chiusero poi dallo due parte di e.ssa  l’ accesso  nella rada con
       delle navi, le prue delle (piali eran  volte  all’ infuori. Allora si
       cominciò  l’ attacco ma dopo duo giorni di vivo combattimento,
               :
       gli  assalitori doverono  desistere. Fra  gli  Spartani  si  distinse
       Brasida. Cadendo svenuto per le molte ferite, lasciò andare nel
       mare lo scudo.  1  flutti  io trasportarono a terra  : dove, raccolto
       dagli Ateniesi, no fecero  il  più  bell’ ornamento  del trofeo che
       inalzarono. Duo giorni dopo  arrivò da Zacinto una flotta Ate-
       niese. Attaccò la flotta nemica, e alla fine d’ un aspro combatti-
       mento la vinse completamente. Allora gli Ateniesi circondarono
       Sfatteria, per impedire che quelli che ci si trovavano ricevessero
       dei soccorsi d’ armati o di vettovaglie.
         Ricevuta la notizia di questi iatti. Sparta, l’altera città,
       cadde nella costernazione, e prese cpiell’ aria di lutto che soleva
       avere nelle  piti gravi calamità pubbliche. Ouei  cittadini che a
       temix)  di  Licurgo sommavano a 9000,  col  correr  del tempo
       erano andati mano a mano scemando. Di che prezzo non era
       dunque la perdila di 420, di cui più che centoventi appartene-
       vano alle primarie famiglie? F'urono .subito deputati  gli Efori a
       esaminare lo stato delle cose. E’ veddero non es.serci altro par-
       tito che di chiedere un armistizio a’ generali ateniesi, per entra-
       re, durante esso, in negoziati con Atene. L’armistizio fu stabilito
       con  questi  patti  :  i Lacedemoni avrebbero condotto a  Pilo o
       consegnato agli Ateniesi le navi (circa 60) che avevano combat-
       tuto recentemente, e non avrebbero attaccato  la  città nè per
       terra nè |>er mare     il blocco
              ; gli Ateniesi avrebbero continuato
       di Sfatteria, permettendo però che ogni giorno  fosse  jiortato
       agli assediati nell’ isola due cenici  attici (due litri e sei centili-
       tri)  di  farina, due  colili (0'“  , 54""'  ) di vino, e un pezzo  di
       carne a tosta  : pei .servi, soltanto la metà.
         Si presentarono dunque  all’ assemblea d’ Alene degli am-
       basciatori di Sparla
               ; e dismesso quel laconismo che caratteriz-
       zava  cosi bene  la  loro  fierezza, fecero un lungo discorso con
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