Page 306 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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        2()0    LEZIONE DICIANNOVESIMA.
          Crcdcudo  i Lacedemoni che  il triste esito di questa batta-
        ^'lia fosse dijvso dalla poca perizia del comandante, spedirono a  l
        Gnomo, come consiglieri, Timocrate, Brasida e Licofrone. In-
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        timaronó al tempo stesso agli  alleati di fornire dell’ altre navi;  I
        l)cr nii  la (lotta jielopoimesiaca venne a contarne 77. Formione  '
        chiese subito dei rinforzi ad Atene; e gliene furoii mandali, ma
                                     |
        non arrivarono a tempo. Si trovò dunque costretto a combat-  I
        (ere colle sole venti navi che aveva. Dapprima  il combattimento
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        gli fu svantaggioso  , giacché nove di esse furono spinte dai ne-  ]
        mici contro  la co.sta, e rovinale;  le altre undici  si  dettero alla
                                     ]
        fuga, inseguite da venti vascelli nemici ma ripre.so poi coraggio,
                        :
                                     ,
        fecero un voltafaccia.'improvviso, gli .sbaragliarono, gl’ incalza-  i
        rono, e ne catturarono sei. Poterono  allora riprendere pure le
        navi che  i nemici avevano rovinato. Questi ebbero molti morti
        e prigionieri. Mori anche Timocrate : s’uccise colle proprie mani
        vedendosi  in  procinto di cader  prigioniero.  Il suo cadavere,
        caduto  nell’ onde,  fu  portato da queste nel periodi Naupatie.
        Cosi, malgrado non solo la gran disparità del numero, ma an-
        che  il sanguinoso rovescio che gli Ateniesi avevan subito sul
        lirincipio del combattimento, Formione fini rifiorlando una com-
        pl(‘ta vittoria. Brasida allora tentò una delle imprese più ardite,
        lira cosi conosciuta  la superiorità degli Ateniesi sul mare, che
        non avevan mai sospettato nemmen possibile un assalto contro
        il loro porlo. Quindi  il Pireo, non solo non c’era una catena
        che no chiudesse l’entrata, ma era  |>er di più sprovvisto di un
        presidio regolare e sempre in pronto. Brasida dunque concepi il
        disegno d’ impadronirsene per sorpresa. Fati* sbarcare  i mari-
        nai della flotta jieloponnesiaco, gli condusse per terra, attraverso
        r ismo  nella Megaride. Portavano ognuno un remo col suo
           ,
        scarmo e  il piumacciolo per sederci  il rematore. Arrivati a Ni-
        sea, porlo di Megara, mossero in mare quaranta vecchie navi
        che c’era, e salparono alla volta del Pireo. Ma invece d’ andarci
        direttamente, sia diesi spaventassero del loro progetto, sia che
        un vento gliel’ imiiedis.se, si fermarono davanti a un forte di Sa-
        lamina  ; e a.ssaltarono questo, e si  dettero  poi a saccheggiare
        l’ isola.  1 Salamini allora alzarono  i sognali di foco ‘ per annun-
          ' Kn. o drlle griii torce che  i soldati aliavano colla mano stando sulle mu-
        ta. Le agitavano se volevano anounsiare che veniva  il nemico t le tenevano immotili
        se volevano annnniiare che sarebbe arrivato qualche soccorso.
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