Page 294 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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LEZIONE DICIOTTESIMA.
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            o quindi mancanti  dell' unità di consiglio e d’azione.
        interessi
        Questi inoltre non avrebbero avuto danaro se non rapendolo dai
        tesori d’ Olimpia e di Delfo, esauribili presto: nè avevano ma-
        rina, e una marina non s’improvvisa. Gli Ateniesi  al contrario
        erano po.ssossori di grandi ricchezze e forti di una marina la più
        formidabile di tutta la Grecia. « S’ e’ verranno « disse » con ar-
        » male terrestri contro le nostre terre, noi navigheremo contro
        »  lo loro; e al guasto che noi  si faccia in una parte del Pelo-
        » ponneso, e’ non troveranno un compenso nemmeno in quello
        » di tutta  l’Attica: che  loro, non combattendo, non avranno
        »  altre terre da occupare  iii cambio di quelle preso, mentre noi
        » sen’ha molte e  nell’ isole e in terraferma. Gran vantaggio, o
        n Ateniesi, è rim|ioro dol mare. Se fossimo isolani, chi sarebbe
        » più inespugnabile di noi? Ebbene! Avviciniamoci più che  si
        » può alla condizione d’ isolani-; abbandoniamo la campagna e
        »  le sue case, contenti di conservare la città e il mare; nè vo-
        » gliamo, per quelle, venire a battaglia coi Pelotxmnesiaci che
        »  ci superano tanto  pel numero. Vincendo,  ci toccherebbe a
        y> combatterli di novo sempre numerosi; essendo vinti, ci Ver-
        » rebbero a mancare gli alleati, che sono la no.stra forza princi-
        » palo: giacché questi non staranno più sotto noi quando non
        » saremo in grado di tenerli in freno cofl’armi. Via da noi  i la-
        » menti  jK>r  la devastazione delle case e delle campagne. Si
        » pensi agli uomini  : .son questi, che posseggono quelle, e non
        » quelle che posseggono questi. Che anzi, sq vo’ voleste dar retta
        » a me, vi direi  : uscite. Ateniesi, devastale voi stessi  le vostre
        » campagne, e mostrale ai Peloponnesiaci che non avrete, per
        » riguardo a quelle,  la viltà  di  ubbidirgli.... Congediamo ora
        » dunque gli ambasciatori con questa risposta — Schiuderemo
                            :
                                    ~
        »  ai Megaresi  i nostri porti e mercati  , quando gli Spartani non
        » comprendano nel bando dei forestieri nè noi nè  i nostri  al-
        I)  leati. Lasoeremo libere le città se si Ossò negli accordi che le
        » fossero tali, e purché anche gli Spartani lascino le loro città
        » governarsi a proprio modo e non a piacimento  di  essi. Noi  •
        n siamo disposti a rendere ragione per via giuridica conforme
        »  ai trattali. Non saremo noi che incominccremo la guerra, ma
        » sapremo respingere chi  la cominci. — ....  1 nostri padri ave-
        » vano  assai meno potenza  di noi quando s’accinsero a resi-
        li stero ai Medi
               ; eppure, abbandonando anche quello che posse-
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