Page 326 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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316      LKZIONE VENTESIMA,
       alla riprovaziane del pubblico. 11 giorno do|K>, audó da Ip)K>nico;
       ed cnlralo ia casa, s’iguudò, e lo supplicò' a flagellargli  il corpo
       in punizione dell’ offesa ebe  il giorjio, prima gli aveva fatto. Ip-
       ponico gli perdonò: ~gli détte anzi. poco dopo  in moglie la sua
       flgliola Ipparate. Questa donna, sebbene di gran virtù e piena
       d’ affetto per Alcibiade , non era  trattala punto come meritava
       da quel dissoluto. Per un  |X)’ di tempo la tollerò con pazienza
       r oltraggianle condotta di  lui  ; poi non potè più reggere, e  si
       presentò all’arconle per dichiarare  il divorzio. Alcibiade, saputo
       ciò, corre anche  lui dall’ arconte; e facendo proteste di grande
       affetto a Ipparete,  la prende [wr un  braccio  e  la  riconduce
       a casa fra l’approvazione degli astanti. Ipparete  si trovò con-
       tenta di queir aflétluosa violenza,  e rimase con  lui  fino  alla
       morte.
         E Alcibiade prendeva sempre più  ardire a cummettére
       delle azioni violente. Perchè un pittore non voleva lavorare per
       lui, e’ se lo fece venire in casa, e ce lo tenne prigioiiiero finacclié
       non gliel’ ebbe pitturala tutta. Perché, proteggeva un  poeta che
       era stato accusato  in tribunale  , e’ strappò  1’ alto d’ accusa dai
       pubblici archivi. Perchè in una scola non ci trovò l’Iliade, détte
       un pugno al maestro.
         Se a questa originalità di carattere s’ aggiunge le immense
       ricchezze eh’ e’ pos.sedeva  e  di  cui era  liberalissimo;  e una  •
       bellezza da essere stimato  il più bello degli Ateniesi,  i  quali,
     .  artisti com’erano, annettevano a quella qualità tanta importanza^
       e un’eloquenza, malgrado un leggero difetto di tartagliare, cosi
       efficace e graziosa da esser detto  il primo oratore del suo tempo;,
       capiremo facilmente eh’ e’ fosse continuamente attorniato da amici
       e adulatori , e  il popolo  s’ occupasse molto o con molto interesse
      • di lui. Aveva anzi per lui un  affetto, una debolezza eccessiva.
       Altrimenti, non gli avrebbe  lasciato commettere impunemente
       tanti atti di violenza più degni di un despota o di un partigiano
       di  despoti , che di un democratico. E quella debolezza  quel
                               ,
       trasporto che aveva per Alcibiade  Atene, lo divideva con  lei
       tutta quanta la Grecia. Ma la posterità meno indulgente dei con-
       temporanei, nel mentre riconosce le qualità eminenti dell’uorao
       condannerà  il cattivo politico che fece la spedizione di Sicilia,
       il cattivo cittadino che détte tante volte  l’ esempio scandaloso di
       violare le leggi e che osò armarsi contro  la sua patria , alzar la
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