Page 331 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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     •       SPEDIZIONE DI SICILIA.  .  321
    intervallo fra l’una e l’altra, due invasioni nel territorio d’Epi-
    dauro. Sullo scorcio dell’ anno Sparta mandò per mare a questa
    città, all’insaputa d’ Atene, un aiuto di trecento opliti. Quando
    gli Ateniesi lo seppero  , a  istigazione ‘d’ Alcibiade che era già
    tornato in Atene  ,  scrissero  sulla colonna dov’ era scolpito  il
    trattato di Nicia  , che Sparla aveva violalo  la  pace. Cosi  la
    guerra ricominciava due soli anni dopo che s’ era posato l’armi.
       I Lacedemoni dunque, nel giugno del 418, entrarono nel-
     r Argolide insieme coi loro alleati, sotto il comando supremo del
    re Agide. Gli Argivi gli andarono contro; ma quando s’era sul
    punto di venire a battaglia  ,  il loro capitano Trasillo chiese ad
    Agide una tregua, e la conclusero. Subito dopo questa conclu-
    sione arrivò ad Argo un rinforzo  di  Ateniesi,  1000  opliti e
     300 cavalli. Alcibiade parlò al popolo e lo persuase a romper la
     tregua, osservando che essendo stata fatta senza il consenso degli
     alleati, non era valida. Di  li, questi  alleali marciarono tutt’ in-
     sieme contro Orcomene, e la presero. Gli Spartani avevano già
     f^tto una colpa ad Agide d’ avere accettato la tregua invece che
     conquistata Argo. Quando poi  seppero  la  presa d’ Orcomene,
    montarono in tanta rabbia che decretarono subito doversi spia-
     nare la casa di lui e multarlo in centomila dramme. Le preghiere
     d’ Agide unite alle promes.se di emendare quel fallo con qualche
     bel fatto, gli meritarono  il perdono, h'u però stabilito che d’ora
     innanzi  i re sarebbero assistili, in tempo di guerra, da un con-
     siglio di dieci cittadini spartani.
       In quel momento arriva la notizia che Tegea stava per ri-
     bellarsi e mettersi dalla  parte  degli  Argivi. Agide dunque  ci
     s’ indirizza  in gran fretta  , e manda avviso agli alleali  di  riu-
     nirsi  in quella città. Effettuata questa riunione, passa  nel  ter-
     ritorio di Mantinea e c’ incontra  i nemici. Si venne  alle mani.
     L’ala sinistra dei Lacedemoni, che aveva a fronte  i Mantineesi,
     ebbe dapprima la peggio: ma  il centro, dove  si trovava  il re,
     trionfò e costrinse gli Argivi e gli Ateniesi stessi alla fuga. Que-
     sta battaglia di Mantinea  fu,  a giudizio  di Tucidide,* la più
     grande che si fosse combattuto in Grecia da lunghissimo tempo.
     I suoi effetti furono  di molta importanza  per  Sparta: chè le
     riacquistò la stima degli alleali, la rimes.se nella sua antica po-
     sizione di sujieriorità militare dinanzi  agli occhi della Grecia.
       ‘ V n.
        ,
       StorUi d*U'0ntica Crrritf.
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