Page 334 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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        324      LEZIONE VENTESIMA.
        niese parti. Ma due anni dopo, .i Leontini ruppero a discordia
        fra loro.  1 ricchi se  l’ intesero con Siracusa e ne fecero venire
        un’ armata che cacciò  il popolo. Quindi  i ricchi , impadronitisi
        anche delle proprietà di questo, smantellarono e abbandonarono
        la città e trasferirono la loro residenza a Siracusa. Questo fatto
        decise Atene a movere, quando che fosse, una guerra vigorosa
        a Siracusa.
               ,
          Nel 415, Egesta e Selinunte vennero  alle  rotte per una
        questione territoriale  ; e ai Selinuntini s’ alleò Siracusa. Gli Ege-
        stani dunque s’ affrettarono a ricercare l’alleanza  d’ Atene. Era
        per questa un’ occasione di romperla con Siracusa , ma non era
        opportuna, giacché  i Calcidesi di Tracia, ribelli da tanti anni
        non erano stati ancora soggiogati; altri suoi alleati di terraferma
        titubavan nell’ ubbidienza  ,  i Peloponnesiaci la guerreggiavano.
        E poi  , ammesso anche che  la potesse vincere non solo Sira-
        cusa, ma tutta la Sicilia, potrebbe poi tenerla a dovere, a mo-
        tivo della lontananza e della sua numerosa popolazione? Queste
        e altre simili osservazioni ben  le fece Nicia all’assemblea po-
        polare. Ma in senso  affatto contrario parlò Alcibiade, che spe-
        rava non solo di acquistarsi gloria  colla spedizione di Sicilia,
        ma anche  di accrescere  le sue ricchezze.  L’ ambizione di lui
        trionfò sulla prudenza dell’altro, e la spedizione fu risoluta.
          «  1 giovani nei ginnasi,  i vecchi nelle oflQciiie e nei luo-
        ghi di ritrovo non si vedevano più che disegnare la pianta della
        Sicilia e discutere  sulla natura  del mare che  la circonda, e
        su’ suoi porti e le sue coste che prospettano l’Affrica. Giacché
        non si contentavano di considerar la Sicilia come un premio di
        quella guerra, ma intendevano di farne una piazza d’ arme per
        passar di  li a sottomettere  i Cartaginesi e conquistar l’Affrica e
        il mare fino alle colonne d’ Ercole. Nicia che s’ opponeva a tanto
        ardore, non fu spalleggiato né dal popplo, né<lai nobili. I ricchi
        la pensavano come lui, ma tacevano per non parere di volere schi-
        vare gli obblighi delle trierarchie. Pure, Nicia non si persed’animo.
        Anche dopo che gli Ateniesi ebbero decretata la guerra ed eb-
        bero eletto generale lui stesso unitamente ad Alcibiade e a La-
        inaco, parlò in una nova adunanza per distogliere  il popolo da
        quella spedizione; e concluse rimproverando Alcibiade che spin-
        geva la repubblica a incontrare oltre il mare cosi gravi pericoli,
        mosso unicamente a ciò da’ suoi propri interessi e dalla sua am-
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