Page 339 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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    y.        SPEDIZIONE DI SICILIA.  329
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     sentarono in piazza.  I Catanesi che parteggiavano per Siracusa
     s’ affrettarono a fuggire  : gli altri  s’ allearono cogli Ateniesi, che
     fecero cosi di Catania la stazione della loro  flotta. Questa poi  si
     mosse' per alla volta di Camarina, che si sperava dovesse subito
     arreadersi ma la cosa andò a vóto. Tornando a Catania incon-
         :
     trarono la Salaminia (trireme che setviva per le pubbliche ceri-
     monie) la quale veniva coll’ ordine per Alcibiade e per alcuni
     altri  d’ andare ad Atene, per difendersi dall’ accuse relative ai
       ,
     Misteri e agli Ermi.
       Dopo la partenza della flotta un gran terrore era andato
     sempre più invadendo gli animi degli Ateniesi. Si sospettava dav-
     vero che le loro istituzioni democratiche pericolassero gravemente
     per parte di una cospirazione misteriosa. Quel terrore  si comu-
     nicò anche ad Argo, dove furono, per effetto di esso, messi a
     morte gli oligarchi  ; e fu dimolto aumentato in grazia d’ un mo-
     vimento fatto ver.so  i confini dell’Attica dalle armate spartana e
     beota. E’ fu tenuto come una prova dell’ accordo esistente fra  i
     traditori interni e  gli esterni nemici. Gli avversari d’ Alcibiade
     avevan soffiato nel foco, e avevano principalmente accagionato
     lui d’ ogni cosa  : e gli Ateniesi spedirono la Salaminia a intimar-
     gli  il ritorno.
       Alcibiade, infatti, e gli altri accusati,  s’ imbarcarono per
     tornare; ma quando, costeggiando  l’ Italia, furono arrivati a To-
     rio, scesero a terra e scomparvero. Di là poi Alcibiade tragittò
     sopra una nave mercantile nel Peloponneso. Gli Ateniesi lo con-
     dannarono a morte in contumacia, gli confiscarono  i beni, e lo
     fecero maledire da tutti  i sacerdoti e sacerdoUisse. La sola Teano
     ricusò di farlo, dicendo che era sacerdotessa per benedire, non
     per maledire. Quando lui seppe la sua condanna a morte, ben
     altrimenti da quello che aveva fatto Aristide, esclamò sdegnoso:
     « Farò ben vedere agli Ateniesi che io vivo ancora. »  '
       Dopo la partenza  d’ Alcibiade esercitò  quasi solo  il co-
     mando  dell’ armata, Nicia. Fino  all’ autunno e’ continuò nella
     sua infruttuo.sa lentezza. Allora si propose di effettuare  il piano
     di Lamaco , marciando contro Siracusa ma questa che, malgrado
                     :
     gli avvisi ricevuti fin da quando Atene si preparava contro di lei,
     non aveva creduto alla realtà  della spedizione se non quando
     ebbe visto la flotta nemica in faccia alle coste della Sicilia, e che
        * Plut.  , SS.
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