Page 338 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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328      LEZIONE VENTESIMA.
        presa era impolitica, giacché Atene aveva da attendere a dai bi^.
        sogni più urgenti; e poi  il suo impero poteva sussistere sul mare
        KgeOj'non in più lontane regioni, Nicia dunque aveva fatto bepe
        ad opporcisi: ma falliti  i suoi tentativi e accettato  il comando,
        doveva lasciare  il timore, agire con energia, e non allontanarsi
        dalla costa guardandola continuamente , come un fanciullo , dalla
        sua nave.  ‘
          Arrivati in Italia al capo lapigio, addarono costeggiando
        la Magna Grecia. L’accoglienza che riceverono dalle città della
        costa fu freddissima. Nessuna gli apri le porte  : la più parte non
        gli permessero che di provvedere acqua dolce e star nella rada
                                  ;
        Taranto e  i Locresi gli negarono anche quello. Perfino quelli di
        Reggio che erano consanguinei dei Leontini, e già amici degli
        Ateniesi, dichiararono a questi di volere starsene neutrali. E’ non
        speravano dunque che nelle ricchezze che  i  Segestani avevan
        fatto credere ad Atene di possedere in grand’ abbondanza, e ave-
        van promesso di metterle a sua disposizione. Ma ecco la notizia
        che le pretese ricchezze salivano appena a trenta talenti. Cosa
        dunque s’ aveva a fare?
          I tre generali tennero un consiglio. Il piano di Nicia era di
        costeggiare tranquillamente tutta la Sicilia, per far mostra della
        potenza d’ Atene, ottenere per Egesta alcune bone condizioni dai
        Selinuntini, e ritornarsene in patria. Alcibiade era d’ opinione che
        si cerca.sse prima, per mezzo di negoziati, d’alienare da Siracusa
        e da Selinunte tutte le altre città di Sicilia e farsele amiche; poi,
        rinforzati da quesU', marciare contro di quelle. Lamaco voleva
        correre direttamente su Siracusa per non darle tempo di compire
        le sue difese. Fu adottato  il piano d’ Alcibiade che era medio fra
        gli altri due.
          E’ parti da Reggio eoa una sola nave e andò a Messina ix;r
        invitarla all’ alleanza. I Messinesi dichiararono apertamente che
        non solo dell’ alleanza non volevan saperne, ma che non avrebbero
        nemmeno amraes,so in città gli Ateniesi. Alcibiade ritornò aReggio,
        di dove si riparti coll’ armata per Nasso. Questa gli ricevè. Conti-
        nuarono verso Catania, ed ebbero il permesso di entrare in città
        soltanto  i generali per esporre  lo  loro idee. Mentre Alcibiade
        parlava alla più parte dei cittadini adunati in piazza, alcuni sol-
        dati ateniesi sorpresero una porla mal difesa della città, e si pre-
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