Page 322 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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       312     LEZIONE DICIANNOVESIMA.  ,
       zio d’ un auiK). Atono  l’ accolla. Il trattato stabiliva: che  le due
       parti contraenti avrebbero consersato per tutta la sua durata le
       posizioni  territoriali che  in quel momento occupavano  ; che  i
       Peloponnesiaci potrebbero navigare sui mari che bagnavano  i
       loro paesi, purché non si lenissero di navi lunghe; che sarebbe
       libero a tulli  1’ accesso e  l’ uso dej tempio e dell’ oracolo d’ A[)ollo
       Pitio  ; che neàuna delle due parti riceverebbe  i disertori dell’al-
       Ira, nè liberi né- schiavi  ; che si cercherebbe intanto di venire
       a una pace dehpiliva  , e che gli .araldi e deputali spediti qua e
       là a tale scopo, sarebbero sotto  la fede pubblica in  tutti  • loro
       viaggi e per  terra  e per mare. Correva allora  la primavera
       del i23.
          Quel trattato nacque e mori. Mentre  i negoziatori di esso
       sen’ occupavano, Brasida, continuando  le sue imprese, entrava
       in Scione. Fu tanto l’entusiasmo degli Scionesi per lui, che gli
       decretarono una corona e gli ornarono  il capo 'di bende, come
       si costumava agli atleti vincitori, Ciò accadeva due giorni dopo
       la conclusione del trattato. Alene dunque reclamò la restituzione
       di quella città. Sparla la rifiutò: per cuiJa guerra fu continuata
       come se d’ armistizio non sene fosse parlato nemmeno. Parli su-
       bito per la Calcidica Nicia con un’armata considerevole: ricon-
       quislò Scione e Mende, la quale pure s’era data agli Spartani,
      ,
       e riconciliò con Alene il re Perdicca. Sulla fine dell’ anno  il ge-
       nerale spartano  fece un  tentativo contro Potidea, ma non gli
       riusci.
          L’ anno seguente, per arrestare  i progressi minacciosi di
       Brasida, fu eletto  generalo Cloone  ; e parti  per la Tracia. con
       trenta navi che portavano 4200  opliti e qualche centinaio di
       cavalli. Fu una cattiva .scelta; perchè quanto Brasida era abile,
       esperto e coraggioso  fino  all’ eroismo,  altrettanto Cleone era
       sprovvisto  di  abilità e d’ esperienza di comandare un’armata.
       Pure, in principio gli^andò bene  : riprese Torona c Galepso, e
       si diresse poi contro Anfipoli. Ma arrivato che fu sopra una col-
       lina dirimpetto a questa città, invece di mettersi subito in ordi-
       ne, fece  fare un  falso movimento  alle sue truppe. Brasida ne
       profittò.  Uscito di città con soli cencinquanla opliti, assalta a
       gran corsa  gli  Ateniesi e gli mette  in grande scompiglio. Al
       tempo stesso esce da un’altra porla Clearida coll’armata e gli
       assalta da un’ altra parte. Lo scompiglio va al colmo
                              ; gli Ate-
                               D
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