Page 321 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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lìALI.A MORTE RI PERICLE FINO ALLA PACE RI NICIA. 3J1
sida chiese, e ottenne, d’entrare lui solo nella città per manife-
stare formalmenté le sue intenzioni all’assemblea popolare. Il
risultato dèi suo discorso e della discussione che fecero dopo fra
di loro gli Acanti, fu la risoluzione, per parte di questi, di se-
pararsi dall’ alleanza d’. Atene e d’ aprirgli le porte della città.
La vicina città di Stagira segui, non molto dopo, l’esempio
d’Acanto.
Si mosse poi Brasida alla volta d’ Anfipoli sperando di
prenderla per sorpresa. S’ impadroni infatti d’un sobborgo; ma
la città si preparava a resistere,'e mandava un espresso a chia-
mare- il generale ateniese Tucidide che si trovava all’isola di
Taso .con sette navi. Brasida s’affrettò a prevenirlo, e vinse la
città colla sua dolcezza. Proclamò che tutti quelli che volevano
restare in città, o fossero Anfipolitani o Ateniesi, avrebbero go-
duto sempre il sicuro possesso dei loro beni e dei loro diritti :
quelli poi che volevan lasciarla avrebbero avuto cinque giorni di
tempo per uscirne liberamente, e la facoltà di portarsi seco i
loro averi. 11 popolo, conosciute queste condizioni mitissime, e
non essendoci d’ahronde forze ateniesi con cui resistere, mutò
d’opinione, e s’arrese a Brasida. Tucidide, appena ricevuto
l’espresso, accorse da Taso ma era già troppo tardi, e non potè
:
che salvare Eione. Ad accorrer subito aveva fatto il suo dove-
re ; non l’aveva fatto però a starsene fin allora a Ta.so, fuori
d’ ogni pericolo, giacché era uno dei generali incaricati della di-
fesa della Tracia, e doveva sapere che Brasida minacciava Anfi-
poli, il più importante forse dei possedimenti d’ Atene. La sua
imperdonabile negligenza fu dunque punita. Sulla proposta di
Cleono fu condannato a un esilio di venti anni; quell’esilio ci
fruttò un capolavoro , giacché Tucidide, nel suo ozio dai pub-
blici affari ,. s’ occupò a scrivere la Storia della guerra del Pelo-
ponneso.
Alla resa d’ Anfipoli e alla notizia della moderazione usata
da Brasida, nacque nelle città della Calcidica il desiderio di sba-
razzarsi del dominio d’Atene. Da tutte lo parti gli spedivano di
nascosto dei messaggi per chiedergli appoggio nella ribellione
che intendevan di fare.
Mentre Brasida conduceva la sua spedizione con tanto suc-
cesso, Sparta, a cui stava più a core la liberazione dei prigionieri
di Sfatteria, propone ad Atene per sé e suoi alleati un armisti-
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