Page 459 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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    case. Ma appena che quella notizia si cominciò a diffondere, ne
    uscivano tutti, immersi nella più grave costernazione. Allo spun-
    tar del giorno erano già adunati per deliberare  il da farsi. Era
    tanto lo sgomento di tutti, che, dopo rfpetuti inviti dell’araldo,
    nessuno degli oratori consueti osava di parlare.  Il solo Demo-
    stene sali la tribuna, esortò gli Ateniesi a non perdersi d’animo,
    a sospendere ogni altro lavoro che non fosse diretto a .sostener
    r attacco del nemico, a usare per  la guerra tutto  il danaro che
    era destinato per quei lavori, e a mandare degli amba.scialori a
    Tebe per esortar la Beozia a far causa comune coll’ Attira e com-
    battere insieme per la difesa della libertà. Gli Ateniesi appro-
    varono tutto e spedirono fra gli ambasciatori a Tebe Demoslene
    stesso. E’ trovarono in questa città degl’ inviati di Filippo, an-
    dati per rammentare ai Tebani  i benefizi che avevano ricevuto,
    in tempi precedenti, dal re, e  i pericoli di chi s’opponeva al-
    l’autorità sacra degli Anfizioni.  I Tebani non sapevano che par-
    tito si prendere. « Ma Demostene colla forza della sua eloquenza
    » eccitò  i loro animi, gl’ infiammò di nobile ardore, e sparse su
    » ogni altra rifle.ssione delle tenebre cosi folte, che loro cacciarou
    » via il timore, la prudenza,  il sentimento di gratitudine, e s’ab-
    » bandonarono con entusiasmo a quel che a loro era proposto
    » come glorioso. Quest’ opera di Demostene parve cosi grande
    » cosi prodigiosa, che Filippo mandò subito degli ambasciatori a
    9 domandar la pace; e la Grecia si levò in piedi , tenendo fisso lo
    9 sguardo sull’ avvenire e ubbidivano a Demostene non solo i ge-
              ;
    9 nerali ateniesi, ma anche  i Beolarchi  ; a Demostene che s’era
    9 acquistato sulle assemblee dei Tebani la stessa influenza che
    9 aveva su quelle degli Ateniesi. »  '
      Della pace, non se ne fece nulla. Prima di mettersi in campo
    si lasciò correre un  po’ di tcm(>o, per veliere se venissero gli
    Spartani. Ma questi non si mossero: l’ultima battaglia della  li-
    bertà fu combattuta senza di loro. Entrati in campo, le due ar-
    mate nemiche  .s’ incontrarono presso Cheronea. Quella dei Greci
    ora ugualmente numerosa dell’altra, ma aveva la sfortuna d’ es-
    ser comandata da due generali incapaci: Carote e  Lisiclc.  Fi.-
    lippo stesso comandò l’ala che era opposta agli Ateniesi  :  il co-
    mando di quella opposta ai Tebani , lo dette al suo figliolo Ales-
    sandro che aveva allora diciolto anni  il centro, cosi dell’ una
                    ;
      * Plul., Demost.f 18.
                           ^
      Storia d0t/’4nitiea Crteta.
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