Page 457 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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FILIPPO  II.           447
         Filippo, dunque, si ritirò e si ricond usse nel cor della Tracia,
      mentre faceva, al tempo stesso, costruire ne’ suoi porti una flotta
      numerosa. Nella Tracia ci fondò delle nuove colonie, dilatò le
      sue conquiste, s’avvicinò minaccioso al Chersoneso e a Bisan-
      zio. Demostene diceva  a’ suoi concittadini :  « Avremo noi  la
      » dabbenaggine di credere che Filippo non miri ad altro che a
      » occupar nella Tracia dei miserabili casali, come sono Drongi-
      »  la, Cabila, Mastica e altri simili, e non badi a sfidare per
      » questi molte fatiche, rigor di stagione, gravi pericoli; e che
      » poi dei porti, degli arsenali, delle navi, delle miniere  d’ Ate-
      »"ne, non ne faccia nessun conto, e voglia lasciarcele godere in
      » pace? Crederemo noi che sia pel miglio e per la segale della
      »' Tracia, eh’ e’ passa  l’ inverno in quella contrada orribile ? No,
      » Ateniesi, no e poi no  ; tutto ciò che ha fatto, tutto ciò che s’ ac-
                                                  ‘
      » cinge a fare, e là e altrove, uno solo è il suo scopo: Atene. »
      E la pensava come lui Diopi te, generale ateniese, che era con delle
      truppe nel Chersoneso : per cui, senza dichiarazione di guerra , e’si
      détte a far delle scorrerie sui paesi recentemente conquistati da Fi-
      lippo. Questo mandò ad Atene a lamentarsene; ma n’ebbe una ri-
      sposta cosi energica, che credè bene di desistere dai lanienti e
                                      ‘
      dai fatti.                         '  v'erti-? il  i
         Ma alia fine dell’ anno seguente, che era il 341  , marciò con-
      tro Perinto, sulla Propontide, con 30,000 uomini e un’immensa
      quantità di macchine guerresche. Tre volte détte l’ assalto, e tre
      volte fu energicamente respinto. Oltreché la città si trovava forte
      per la sua posizione naturale, era stata rinforzata da delle truppe
      speditele dai Persiani che cominciavano a spaventarsi della po-
      tenza macedone. Anche Atene la soccorse potentemente, ma in
      un modo indiretto. Callia, uno de’ suoi ammiragli, andò a de-
      predare le città tessale del golfo Pagasetico; e Focione andò a
      scacciare  i Macedoni  dall’ Eubea che qualche tempo innanzi
      r avevano invasa. Siccome questa spedizione era stata consigliata
      e attivamente promossa da Demostene,  il popolo  gli decretò,
      nel 340, una corona d’ oro.
         Intanto Filippo, vedendo riuscir vani  i suoi sforzi intorno a
      Perinto, ci lasciò una metà del suo esercito che la tenesse bloc-
      cala, e coir altra metà si mosse contro Bisanzio. Ci andava colla
      fiducia che  l’ espugnazione di questa gli sarebbe molto più faci-
          * Demost.
               , Quarta Filippica,
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