Page 452 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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442          LEZIONE VENTISETTESIMA.
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             e Filippo retrocedè. Questo tentativo dissipò molto  i dubbi an-
             che a chi non voleva credere a Demostene sulle intenzioni di
             conquista del re macedone. Gli Ateniesi resero grazie agli Dei
             perchè fosse fallito, non altrimenti che se avessero ottenuta una
             vittoria; e rinfocaron la guerra sacra, mandando ai FocidesiJl
             considerevole rinforzo di 5000 fanti e 400 cavalli. Erano allora
                                               f
             capitanati da Faillo, fratello d’ Onomarco. A imitazione di questo
             e deir altro suo fratello Filomelo, e’ fini di saccheggiare il tempio
             di Delfo per aumentare  1’ armata. Fra per questo e pei soccorsi
             ricevuti da Atene, da Sparta, dagli Achei e da altri,. potè en-
             trare nella Beozia e sostenercisi malgrado alcune perdite che
             subì. Filippo che dopo la vittoria riportata sopra Onomarco pa-
             reva dovesse continuare con ardore a guerreggiare  i Focidesi
             e loro alleati, non sen’ occupò. Gli parve meglio lasciare che  i
             Greci lottassero e s’ indebolissero fra di loro. Dopo fallito il suo
                               s’ era subito ritirato a Fella sua capi-
             tentativo alle Termopili ,
             tale; e ci passò molto tempo, non occupato d’altro, aj^arente-
             mente, che di farla abbellire magnificamente da artisti valefiti.
                 Quando, nel 349, si decise a uscire da quella quiete, fu per
             andare contro Olinto,  ricca capitale  d’ una confederazione di
             trentadue città, di cui meditava la conquista da tanto tempo. Oc-
             casione di quest’impresa, gliela forni l’asilo che Olinto aveva
             dato a due principi macedoni accusati di  cospirazione contro
             di lui. Prese prima Apollonia, poi Stagira, poi altre città della
             confederazione: non voleva marciare direttamente contro la ca-
             pitale di' essa prima d’averla affatto isolata. Olinto, spaventata
             dall’ imminente pericolo, -manda un ambasciatore ad Atene.
                 Arrivato questo, Demostene che per quattordici anni do-
             veva far guerra a Filippo coll’arme della parola, che doveva
             bandire alla Grecia dall’ alto della tribuna  tutti  i  suoi ambi-
             ziosi disegni, che colla sua voce ispirata doveva fargli sorgere
             dei nemici da tutte le parti, Demostene, dico, sale alla tribuna
             per esortare  il popolo a mandare aiuti a Olinto;’ svela la perfida
             politica di Filippo; mostra le sciagure soprastanti ad Atene per
             r iDgiandimentoi contìnuo di lui: parla  della necessità di resi-
             sterj^ì^ cerca le ragioni della debolezza e dell’ inerzia in cui era
             caduta Atene; la confronta coll’ Atene gloriosa d’ una volta pro-
                                                      ;
             pone  i rimedi nella riforma delle leggi, in un migliore impiego
             delle finanze. « Quando era in nostro potere (dice Demostene)
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