Page 449 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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FILIPPO II.
mento della pòpolarità di Carete al quale solo fu allora confidato
il comando delia flotta. Poco tempo dopo cbe l’ aveva avuto (du-
rante il quale non mirò che ad arricchirsi collo rapine per poi
vivere in mezzo alle feste e al lusso) e’ lasciò totalmente d’occu-
parsi della guerra sociale, e vendè il suo servizio ad Artabazo
satrapo dell’ Ionia che s’ era ribellato contro il gran re. Questo
allora irritato si dichiarò protettore delle città confederate contro
Atenei e dalle sue minacce la si trovò costretta a concluder la
pace, dopo tre anni d’una guerra di cui conosciamo assai male
i particolari. Nel trattato di pace, Atene riconosceva l’indipen-
denza assoluta delle città insorte, e rinunziava ai tributi che le
pagavano. Erano le più importanti delle sue antiche alleate: per
cui questo risultato della guerra dava un colpo mortale alle sue
finanze e al suo commercio, diminuiva la sua potenza, avviliva
la sua dignità.
Era cominciata di poco la guerra sociale, quando Filippo
sospese le sue conquiste e s’ammogliò con Olimpia figliola di Neot-
tolemo re dell’ Epiro. Passò quasi un anno a Polla per assistere
alle lunghe e magnifiche feste che furono fatte dopo il suo ma-
trimonio; e s’ immerse talmente nei piaceri, che i suoi nemici
credevano che fosse degenerato da sé medesimo. Ne imbaldanzi-
rono i principotti dell’ Illiria, della Peonia o della Tracia che
aveva già reso suoi tributari, e si ribellarono. Ma il leone son-
necchiava. Al primo rumore dunque si risvegliò; e spedito nel-
l’ Illiria Parmenione che era il suo miglior generale, andò lui
stesso nella Peonia e nella Tracia e le rimesso presto a dovere.
Tornando di là, ricevè nel medesimo giorno, una dietro 1’ altra,
tre liete notizie: 1* Parmenione aveva vinto gl’Illiri; 2° i suoi
cavalli avevano riportato il premio ai giochi olimpici: trionfo
grande per lui che lo consiWava come un augurio di quello
che intendeva di riportar sulla Grecia; 3° la sua moglie gli
aveva partorito un figliolo, che doveva poi essere il grande Ales-
sandro. A tale annunzio, mandò ad Aristotile una lettera che onora
ugualmente chi la scrisse e chi la ricevè: « Filippo ad Aristotile
» salute. Sappi che mi è nato un figliolo. Ne ringrazio grandemente
» gli Dei, non tanto perchè sia nato, quanto perché è venuto alla
» luce essendo tu vivo. Spero che educato e istruito da te, e’ verrà
'
» degno di me e del mio impero. »
* Aulo Gellio, Notti attiche, IX , 3.
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