Page 448 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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438      LEZIONE VENTISETTESIMA,
       stare quell’ energia che  le aveva dato per molto tempo una de-
       cisa preponderanza su tutta la Grecia. Pure, ritrasse del giova-
       mento dalla lotta fra Tebe e Sparta; rivedde fiorire  il suo com-
       mercio e la sua marina, e riannodò in parte l’antica confederazione
        numerando di novo settantacinque città alleate; colle quali, fatta
        savia dall’esperienza, manteneva dei rapporti assai più equi di
        prima. Ma ciò durò poco, in grazia della venalità dei generali e
        specialmente di  Caretc. Uomo di gran coraggio personale ma
        privo affatto d’ogBÌ altro merito, era riuscito costui a rendersi
        il favorito della moltitudine , facendolo larghe elargizioni e deli-
        ziandola con splendide feste. S’ intendo bene che non doveva es-
        sere a danno della sua borsa; per cui prendeva dapprima a Delfo
        .sessanta talenti dal tesoro d’ Apollo, poi saccheggiava o sottopo-
        neva a esazioni tiranniche le città alleate. Queste reoiamavano  :
        ma dei valenti oratori assoldati da Carote lo difendevano, e lui
        trionfante tornava a ripetere le sue violenze. La pazienza degli
        alleati si stancò ; e siccome non erano nemmeno protetti efficace-
        mente dalle navi d’ Atene contro  i tanti pirati che correvano  il
        mare, nel 357 si ribellarono o cominciò la guerra sociale.
          Ghio, Rodi, Goo e Bisanzio furono le prime a dare il se-
        gnale della rivolta, e a prenderne la direziono. Molte altre le se-
        guitarono. Carote e Gabria spediti da Atene per soffocarla,  si
        diressero prima contro Ghio. Assalirono la città, e questa re-
        spinse vittoriosamente l’assalto. Ci restò ucciso Gabria che, es-
        sendo riuscito a penetrare colla sua nave fino in mezzo al porto,
        volle moTire piuttosto che retrocedere.
          Gli Ateniesi allora raddoppiarono la flotta e la mossero sotto
        il comando dei generali Carote, Ificrate e Timoteo, che andarono
        nell’ Ellesponto per incontrare quella dei  confederati. Le due
        flotte si trovavano di fronte, quando insorse una burrasca. Carote
        voleva combattere a ogni modo; gli altri due gli si opposero, e
       lui gli accusò subito di tradimento dinanzi al popolo. I due ac-
       cusati furono condannati all’esilio, dove andarono a finire oscu-
       ramente la vita. Gabria, Ificrate e Timoteo furono gli ultimi ge-
       nerati eminenti che avesse Atene. Del primo, n’era stata privata
       dalla morte ; degli  altri  , ne fu privata dal processo che intentò
       contro loro Carete. Quand’ anche quel processo non avesse avuto
       «he quella conseguenza, sarebbe stato sempre molto dannoso ad
       Atene. Ma n’ebbe un’ altra anche più dannosa; e fu un accresci-
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