Page 478 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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468      LEZIONE VENTOTTESIMA.
       sciplina dei soldati d’ Alessandro non trovarono una lunga resi-
       stenza nei loro nemici. Vero è che a un certo momento della
       battaglia,  1’ ala destra di Dario aveva inviluppato  i Greci emesso
       in molto pericolo Parmenione ma questo, che aveva spedito a
                    :
       chiedere aiuto ad Alessandro, aveva già ripreso  il sopravvento
       sui nemici, quando venne  il re che aveva dovuto aprirsi la strada
       combattendo fieramente. L’armata persiana prese la fuga, e Da-
       rio fu dei primi. Alessandro lasciò Parmenione a prender pos-
       sesso del campo nemico, e  si détte a inseguire  il gran re spe-
       rando di sorprenderlo in Arbella. Ci arrivò la tnattina seguente,
       ma Dario n’era di già partito. « Nel combattimento, Alessandro
       » non aveva perso che 100 uomini e circa 1000 cavalli uccisi dal
       t) nemico o morti per la fatica. Quasi la metà di quella perdita fu
       » fatta dalla cavalleria degli etèri. Quanto ai barbari, si diceche
       » ne morisse 300,000  ; e  il numero dei prigionieri fu anche più
               '
       » considerevole. »
         Pensò allora Alessandro che fosse venuto  il tempo d’ impa-
       dronirsi delle capitali dell’ impero, e si diresse immediatamente
       verso Babilonia. I Babilonesi  l’ accolsero con entusiasmo, gli an-
       darono incontro carichi d’ offerte. Durante  il soggiorno che fece
       in quella città, tenne varie conferenze coi Magi  ; sacrificò al dio
       Belo; e ordinò la ricostruzione del suo tempio, come pure di
       tutti gli  altri che erano stati distrutti da  Serse. Da Babilonia
       passò a Susa, dove s’appropriò gl’immensi tesori di Dario.  Il
       danaro solo ammontava a  .'50,000 talenti (circa 280 milioni di
       franchi). C’ era inoltro un’ infinità  d’ oggetti  preziosi  ; e anche
       molte cose portate via ai Greci da Serse. Fra queste avendo tro-
       vato Alessandro le statue d’Armodio e  d’ Aristógitone,  le  ri-
       mandò agli Ateniesi.
         Mentre faceva tali conquiste, avveniva nel Peloponneso un
       tentativo d’indipendenza che non produsse altro che un peg-
       gioramento di condizione. Gli Spartani che quando avrebbero
       dovuto combattere a Cheronea, sen’ erano stati a casa, vollero
       tentare la prova dell’ armi ora che Alessandro era  tutt’ occupato
       nell’interno dell’Asia. Parve a loro un momento opportuno, in
       quanto che un generale macedone era stato sconfitto dagli  Sciti
       del Danubio,  il governatore della Tracia si ribellava, e Antipa-
       tro si diceva che si trovasse in grande imbarazzo. Assoldarono
          * Arriano , III
              , 15.
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