Page 481 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALKSSANDRO MAGNO.  471
    naie della sua spedizione, ci lasciò memoria di sè rolla fondazione
    d’ un’altra Alessandria.
      Fu costretto a retrocedere, perchè una rivoluzione scoppiala
    nella Soddiana ne aveva occasionata una anche nella Baltriana;
    e Spitamene che egli aveva mandato a reprimerle, s’era unito
    invece ai ribelli. Appena venuto,  s’ impadroni della rócca Sod-
    diana che pareva affatto inaccessibile. Ci trovò dentro Rossane,
    bellissima figliola d’un signore persiano. La volle sposare; e  il
    padre di  lei, superbo di dovenlar socero di tanto re, s’affrettò
    a fare  allo di sudditanza; esempio che fu seguito da tutta la
                     i Massageti. Alessandro
    provincia. Spitamene s’era rifugialo fra
    dunque marciò contro loro: ma loro, intimoriti, ne fermarono
    la marcia spedendogli una deputazione che gli dichiarava di ri-
    conoscere  la sua sovranità e  gli consegnava  la  lesta del ri-
    belle.
      Cosi nulla resisteva al giovane eroe. E come si poteva resi-
    stere contro chi voleva dirigere personalmente  le marcie le più
    diffìcili e le compiva in modo da mettere stupore e timore nei
    nemici ? contro chi nelle battaglie  si trovava sempre in prima
    fila, tantoché era stato ferito spesse volte? contro chi nei deserti
    dell’ Osso , dopo una marcia mollo faticosa, morendo di sete,
    aveva ricusalo un poca  d’ acqua offertagli  , per la ragione che
    non  poteva  dividerla  co’ suoi soldati? contro chi  finalmente
    aveva avvezzato questi a credere che a loro non fosso nulla im-
    possibile?
      Ma la prosperità, e’ non aveva potuto resisterle. Dopo aver
    conquistato  le capitali  dell’ impero, s’era messo a imitare  il
    lusso e la pompa degli Asiatici. La gente della sua corte, l’aveva
    vestita di porpora  ;  i cavalli , bardati alla foggia di quel paese  ;
    lui stesso aveva adottato la tiara, la veste bianca,  la cintura,
    tutto r abbigliamento dei re persiani  ; e strabocchevoli  le spese
    della sua tavola  ; e frequente  il suo abbandono a stravizi d’ ogni
    sorta. Questo mutamento, quest’abbandono dei costumi nazio-
    nali generava una gran scontentezza  nei  nobili macedoni, in
    quelli che avevan visto Alessandro fanciullo e che erano invec-
    chiati stando sempre al suo fianco  : tanto più che lo vedevano
    ora insignire di alte cariche e accarezzare molli ragguardevoli
    personaggi della Persia. Se  il re aveva  il torto di trasmodare,  i
    nobili avevano quello di non riconoscere che una gran parte
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