Page 484 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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       474     LEZIONE VENTINOVESIMA.
       ha in mente di fare e della nova gloria che'gli aspetta  ; mostra
       non aver loro nessun motivo di seoraggirsi giacché lui sosteneva
       gli stessi pericoli e le stesse fatiche che tutta Tarmala; promette
       di farli tutti ricchi e contenti al disopra d’ogni speranza, e di
       ricondurli poi lui stesso in patria. Malgl'ado la sua eloquenza, e’
       persistono nel non voler seguitarlo. 11 re s’irrita e  s’ affligge  ; e
       sta ritirato per alcuni giorni nella sua tonda senza dare nè l’or-
       dine di proseguire, nè quello di retrocedere. Sperava che, come
       spesso avviene, sopraggiungesse qualcosa a mutar le disposizioni
       dell’armata. Ma la sua speranza resta delusa; per cui, dichia-
       rando d’abbandonare il suo primo piano, dà l’ordine della parten-
       za. « A questa notizia la moltitudine manda delle alte grida di
       » gioia  : accorrono alla tenda del re e lo benedicono perchè cosi
       » generoso da non cedere che all’ amore de’ suoi soldati. Avendo
       » allora diviso T armata in dodici corpi , fa alzare dodici altari
       » uno da ogni corpo, alti quanto le torri più grandi di quei paesi  :
       » erano un monumento dello sue vittorie e un attestato della sua
       » riconoscenza verso gli Dei. Finita la costruzione degli altari, sa-
       » crifica agli dei secondo  il rito greco, e fa fare dei giuochi gin-
       » nastici ed equestri. Quindi pone tutto il paese 6no alTIfasi sotto
       » la signoria di Poro, e comincia la marcia del ritorno. »  ‘
         Si riconduce  all’ Idaspe dove aveva fatto raccogliere 2000
       navi, monta sopra quella preparata per lui, e fa le libazioni in
       onore d’Èrcole o d’altri Dei. Quindi  la tromba, dà  il segnale
       della partenza, e la flotta si move portando un  terzo dell’ar-
       mata. Gli altri due terzi marciavano lungo  le ripe. Durante la
       navigazione, che fu assai difficile a motivo dei molti confluenti
       e dei tanti scogli sparsi pel fiume,  il conquistatore ricevè la sot-
       tomissione dei popoli littorani. Ma  i Malli e gli Ossidrachi  gli
       oppongono resistenza  ; e mancò poco che all’assedio di una forte
       città dei primi non  ci lasciasse la vita. Montò  il primo di tutti
       all’ assalto, seguito da alcuni  uffiziali. Appena che fu arrivalo
       sulla muraglia,  la scala  si ruppe: per cui  e’ si trovò solo  in
       mezzo ai nemici. E’ messe allora le spalle a un albero  ; e adope-
       rando la spada più che col valore suo solito col valore della di-
       sperazione, rovesciò  i nemici che osavano avvcntarglisi contro e
       tenne distanti  i meno arditi. Ma finalmente cadde anche lui col-
       pito da una freccia. Fortunatamente sopraggiunsero, in quel mo-
         I Arriano , V, 29.
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