Page 487 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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ALESSANDRO MAGNO.  477
    levano abbandonare. II. re, indignato, fa subito arrestare e am-
                            ; e dopo
    mazzare tredici dei più sediziosi. Arringa poi agli altri
    aver rammentato  il bene fatto a loro e alla Macedonia da Filippo
    e da lui, chiude  il' suo discorso cosi;  « Partite dunque giacché
    » lo volete  ; andate in patria ad annunziare che  il vostro  re,
    » Alessandro, quello che ha vinto  i Persiani e  i Medi e  i Bat-
    » triani e  i  Saci  quello che ha soggiogato  gli Os.siani e gli
            ;
    » Aracoti e  i Drangiani  i Parti e  i Co-
               ; quello che ha domato
    » rasmi e gl’ Ircani fino al mar Caspio
                     ; quello che ha superato
    »  il Caucaso e attraversato l’Osso e  il Tanai e  l’ Indo non at-
    » traversato da nessun altro che da Bacco, e  l’ Idaspe e  I’ Ace-
    » sine e  l’ Idrante; quello che  si sarebbe  spinto anche oltre
    » r Ifasi, se voi non aveste ricusato
                    ; quello che per le due boc-
    » che dell’ Indo s’é avanzato nel grande oceano, e che ha per-
    » corso  il deserto della Gedrosia, dove non  ci fu prima d’ora
    » nessun’armata, e ha conquistato, strada facendo, la Carmania
    » e il paese degli Oriti mentre la sua flotta navigava dall’ India
    »  al golfo Persico  l’ avete abban-
            ; quello, andate a dire che voi
    » donato a Susa alla discrezione dei barbari che aveva  vinto.
    » Che gloria vi farete cosi presso gli uomini  ! che merito pre.sso
    »  gli Dei  ! Partite! »' F detto ciò, si ritira subito nella sua tenda
    dove non vuol ricevere, per due giorni, nemmeno  i suoi amici
    più intimi.  Il terzo giorno, decreta l’ immediata organizzazione
    di  un’arrrfata  tutta persiana e ne nomina comandanti  i prin-
    cipali  persiani. A  questa notizia  i Macedoni corrono  in  folla
    e piangendo alla tenda  di  lui, e  gli chieggono supplichevol-
    mepte perdono. Anche Alessandro piange  di  gioia, chiama  i
    suoi soldati  la sua famiglia, e fa imbandire un immenso ban-
    chetto  a  cui assiste  lui stesso per sigillare  la  riconciliazione.
    Pure, 10,000 Macedoni che erano oramai inabili alla milizia o
    per l’età o per le ferite, gli congeda regalandoli del danaro oc-
    corrente pel viaggio e di un talento di più.
       Verso quel tempo mori Efestione: era  il più caro amico
    del  re, era, come aveva detto questo  alla madre di  Dario,
    un altro Alessandro.  Il profondo dolore che ne senti, lo mostrò
    con modi non insoliti per  quell’ anima impetuosa.  Stette  tre  ,
    giorni piangendo c senza voler prender cibo; fece crocifiggere
    il medico per sospetto che  l’avesse avvelenato,  e abbattere  il
       • Arriano, VII  , 10.
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