Page 492 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
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482 LEZIONE TRENTESIMA.
generali, furono unanimi ad abbandonarli, tanto più che erano
df'siderosi di- godere un po’ di riposo dopo tante fatiche sofferte.
Bisognava inoltre pensare a mantenere l’integrità dell’im-
jKTO che era minacciata da varie ribellioni scoppiate qua e là.
Il re di Cappadocia, Ariarato, non voleva cederla a Eumene;
il satrapo dell’Armenia mostrava di voler restare indipendente;
i Pisidi avevano ucciso il governatore macedone; 23,000 greci'
mercenari che erano di stazione nell’ Asia superiore , volevan
tornare in patria. Tutte queste sedizioni furono facilmente re-
presse e punite : ma non fu cosi facile reprimer quella scop-
piata in Grecia, e che poi ricevè il nome di Guerra lamiaca per-
ché intorno a Lamia, città della Tessaglia, s’era concentrata
tutta la guerra.
Poco tempo prima che Alessandro s’ ammalasse, Nicànore
di Stagira venne ai giochi olimpici a comunicare alla moltitudine
radunata una lettera di lui. Con quella lettera s’ ingiungeva alle
città greche di riammettere in patria tutti quanti gli esiliati. La
più parte lo fecero ; ma gli Etoli e gli Ateniesi manifestarono
una decisa ripugnanza a eseguire l’ingiunzione del re. I primi
avevano esiliato tutta la polente famiglia degli Eniadi il di cui
ritorno gli metteva in molto timore; i secondi avevano già spar-
tito fra i loro coloni il territorio di Samo, nè erano ora disposti
a riconsegnarlo agli esiliati. Non solo gli Ateniesi avevan rico-
nosciuto la supremazia d’Alessandro, ma, per prudenza, ave-
vano preso parte alle suo imprese nell’ Asia e per la stessa
;
prudenza non s’ erano uniti agli Spartani nej tentativo di guerra
( he questi fecero l’anno 330, e avevano, più recentemente, cac-
ciato via Arpalo. Dopo però il fatto degli esiliati , stabilirono fra
.«è di prender l’armi per riacquistare la loro libertà, alla prima
occasione. Quest’ occasione parve venuta colla morte del con-
quistatore.
Appena avutane la notizia, Atene, malgrado l’op(>osizione
di Focione e del partito oligarchico capitanato da lui, decretò
di fare immediatamente dei preparativi di guerra e spedi degli
ambasciatori a tutte le città della Grecia per indurle a una lega.
Demostene, il nemico giurato dei Macedoni, era allora in esilio
per r accusa d’ essersi lasciato corrompere da Arpalo. Sapute
quelle decisioni della sua patria, si uni subito spontaneamente
, persuase dall’olo-
agli ambasciatori; e un gran numero di cittii
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