Page 488 - Storia dell'antica Grecia Tommaso Sanesi
P. 488

.
       478      LEZIONE VENTINOVESIMA.
       tempio d' Esculapio  ; mandò a cgasultare Ammone se doveva
       onorare  il defunto come dio o come eroe  ; c ordinò di lasciare
       spento in tutti  i templi  il foco sacro fino a dopo la celebrazione
       dei funerali. Questi furono d’una magnificenza che nessun uomo
       n’ ebbe mai di simili  ; giacché costarono circa cinquantacinque
       milioni di franchi. Per trovare poi una distrazione al suo do-
       lore Alessandro intraprese una spedizione contro  i Cossei, gente
       bellicosa delle montagne della Media.  I  Persiani non avevano
       mai potuto assoggettarli. Lui gli vinse in quaranta giorni; a e gli
        » trucidò tutti, senza distinzione d’età, dicendo che erano vit-
        » time offerte a Efestione. »  ' Compita quest’ impresa, si rime.sse
       in cammino e arrivò finalmente a Babilonia, che aveva stabilito
       fra sé di farla la capitale della sua vastissima monarchia. Sta-
       vano là aspettandolo degli ambasciatori di tutto  il mondo co-
       cosciuto: Libi, Bruzi, Lucani, Etruschi, Cartaginesi, Etiopi,
        Sciti, Celti, Iberi resero omaggio al grand’eroe, al temuto con-
       quistatore. E lui non sognava che nuove e piò vaste conquiste,
        a Secondo alcuni  , si proponeva di fare  il giro dell' Arabie , di
        n costeggiar l’Etiopia, la Libia, la Numidia e  il monte Atlante
        » fino a Cadice, e sottomettere Cartagine e tutta l’Affrica.... Se-
        » condo  altri,  si proponeva d’andare contro  gli  Sciti,  navi-
        » gando per l’Eussino e la Palude Meotide. Alcuni pure vogliono
        » eh’ e’ pensasse fare uno sbarco  in  Sicilia e  al promontorio
        »  d’ lapigia.... » ®
          Intanto s’ occupava ad abbellir Babilonia. Intraprese  , per
        migliorarne l’aria, l’asciugamento delle paludi circostanti; l’in-
        grandimenlo e lo spurgo dei canali; e la costruzione d’un ampio
        porto. Mentre un giorno visitava  i lavori nel canale Pallacopa , gli
        cadde nell’ acqua il diadema col quale aveva urtato in un ramo
        sporgente d’ un albero. Un barcaiolo si buttò subito giù per ri-
        pescarlo; e tornando, se lo messo in testa per poter nuotare li-
        beramente.  In quel momento Alessandro lo ricompensò  : ma
        poco dopo lo fece uccidere perchè  l’ atto di mettersi  in testa  il
        diadema gli pareva un presagio di prossima morte. E di questi
        presagi sinistri, l’animo suo, doventato superstizioso, credeva
        di vederne da qualche tempo in  tutti
                        i  luoghi  , in tutti  i fatti
        i più  insignificanti. Quindi  la sua reggia era piena di gente
          • Plm., yf/est., 72.
          * Arriano  I
             , VII  ,
                               DIgitIzf d by Google
   483   484   485   486   487   488   489   490   491   492   493